Economia - 13 giugno 2025, 08:00

Crolla l’export nel Vco: -11,1% nel primo trimestre 2025

La provincia fa registrare un netto calo delle vendite di merci all'estero; in peggioramento anche il dato regionale, con -3,5%

Soffre l'export del Piemonte nei primi tre mesi dell'anno

Soffre l'export del Piemonte nei primi tre mesi dell'anno

Ancora a picco, l'export del Piemonte. Dopo le difficoltà accumulate nel 2024, il primo trimestre del 2025 si chiude con un -3,5%. E la colpa, ancora una volta, è dell'automotive. Ma non solo: anche la Germania - storico Paese con cui la nostra regione vanta scambi commerciali importanti - continua a soffrire. E, di conseguenza, soffrono anche gli affari di compravendita.

Quasi 15 miliardi di esportazioni
Nei primi tre mesi dell’anno il valore delle esportazioni di merci piemontesi si è attestato a 14,9 miliardi di euro, registrando appunto un calo del 3,5% rispetto al primo trimestre 2024, periodo in cui le vendite oltre confine di merci piemontesi avevano raggiunto i 15,4 miliardi di euro. Anche le importazioni hanno manifestato una contrazione, anche se meno evidente (-1,1%), raggiungendo gli 11,6 miliardi di euro. Il saldo della bilancia commerciale, pari a 3,3 miliardi di euro, si è confermato ancora una volta di segno positivo, anche se in diminuzione. I risultati del Piemonte sono stati, in questo inizio del 2025, in controtendenza rispetto a quelli registrati a livello medio nazionale (+3,2%).

I dati del primo trimestre 2025, con un calo dell'export del 3,5%, impongono una riflessione sul futuro della nostra regione. La flessione del settore dei mezzi di trasporto è attenuata dalla notevole vitalità di altri settori strategici come i metalli, il tessile e l'aerospaziale. Questi numeri sono la prova della resilienza e della capacità di innovazione delle nostre imprese. La nostra azione deve quindi puntare con forza a una maggiore diversificazione. Allo stesso tempo, accelereremo sulle politiche di innovazione e digitalizzazione per accompagnare la trasformazione dei nostri settori chiave. Trasformeremo queste sfide in un'opportunità per rendere il sistema Piemonte più forte, competitivo e diversificato sui mercati globali”, commenta Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte.

I dati provincia per provincia

Il calo scontato a livello complessivo regionale rappresenta la sintesi di dinamiche territoriali eterogenee. La provincia di Torino, che genera il 43,7% del totale delle vendite oltre confine piemontesi, evidenzia un calo del 5,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Seguono Cuneo (16,8%), Novara (11,8%) e Alessandria (11,8%): l’export cuneese ed alessandrino hanno scontato flessioni su base annua rispettivamente del 6,5% e 2,7%, mentre le esportazioni di prodotti del novarese hanno registrato una progressione in valore del 9,7% rispetto al I trimestre 2024. Anche la vicina Vercelli ha vissuto un incremento del valore delle merci vendute sui mercati esteri (+6,6%), mentre i restanti territori hanno sofferto contrazioni di intensità variabile: si passa dal -4,3% di Biella al -11,1% del Verbano Cusio Ossola e al -13,0% di Asti.

In coda ai migliori
Tra le principali regioni esportatrici, il Piemonte ha registrato la performance peggiore confermandosi al quinto posto con una quota del 9,3%. La Lombardia si è riconfermata al primo posto, contribuendo al 25,4% dell'export nazionale e segnando una crescita tendenziale delle vendite oltre confine dell'1,0%. L'Emilia-Romagna si è classificata seconda con una quota del 12,9%, registrando tuttavia una flessione dell'1,1% rispetto al primo trimestre 2024. Un calo analogo (-1,2%) ha interessato il Veneto, che si posiziona terzo con una quota del 12,3%. La Toscana ha consolidato la quarta posizione (10,2% dell’export nazionale) grazie a una crescita dell'8,2% delle vendite estere, trainata in particolare dal forte contributo del comparto farmaceutico, chimico-medicinale e botanico.

Tutta colpa dell'auto
Al centro delle dinamiche dell’export piemontese troviamo, come di consueto, i mezzi di trasporto. Questo settore mantiene la leadership, con esportazioni pari a circa 3 miliardi di euro, corrispondenti al 20,8% del totale regionale. Tuttavia, è proprio qui che si registra la flessione più marcata, con un -15,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questa contrazione è un chiaro riflesso delle profonde e continue trasformazioni che stanno interessando il comparto automotive a livello globale, tra sfide legate alla catena di approvvigionamento, riallocazione della produzione e la transizione verso nuove tecnologie. La storica dipendenza del Piemonte da questo settore lo rende particolarmente esposto a tali dinamiche di riassetto.

L'auto in particolare fa ancora peggio: in tutto il 2024 la diminuzione è stata di oltre il 28%. Anche la componentistica autoveicolare subisce una flessione, ma di entità decisamente più modesta (-3,7%). Il comparto aerospaziale mostra segnali maggiormente incoraggianti, registrando un aumento delle vendite oltre confine del 2,8%. In positivo anche la nautica, mentre flette il ferrotranviario.

Anche il settore della meccanica, il secondo per importanza con circa 2,6 miliardi di euro di export e una quota del 17,3%, evidenzia una significativa contrazione (-6,6%).  Gli alimentari e bevande, un comparto che mostra tradizionalmente maggiore resilienza, registra un export di circa 2 miliardi di euro, pari al 13,4% del totale, evidenziando una flessione più contenuta (-2,6%). Questo settore continua a rappresentare una componente stabile e di qualità dell'export piemontese. Tra gli altri settori che hanno mostrato una contrazione, si annoverano la gomma/plastica (-2,0%) e gli apparecchi elettrici (-5,8%)

Chi sta meglio
Non mancano, fortunatamente, segnali di vitalità da parte di altri comparti che riescono a contribuire alla tenuta dell'export nonostante il contesto generale. Tra questi, spiccano i metalli, con una crescita del +10,6%, il settore tessile, abbigliamento (+2,7% per circa 1,2 miliardi di euro) e la chimica (+1,9% per circa 1,1 miliardi di euro).

Nei primi tre mesi del 2025 il bacino dell’Ue 27 ha attratto il 63,1% dell’export regionale, mentre il 36,9% si è diretto verso i mercati extra-Ue 27. Il valore generato dalle vendite piemontesi è apparso in calo in entrambe le aree, anche se con intensità differenti: la flessione scontata dai Paesi situati al di fuori dei confini comunitari (-7,0%) è risultata, infatti, cinque volte superiore rispetto a quella registrata nell’Ue-27 (-1,4%).

Francia e Germania si confermano rispettivamente primo e secondo mercato di sbocco delle esportazioni piemontesi, con quote pari al 15,9% e 14,6% e registrando cali su base annua inferiori alla media regionale (rispettivamente -2,1% e -0,5%). La Spagna, terzo mercato comunitario di riferimento per l’export regionale, ha evidenziato una progressione del 4,2%, mentre le vendite dirette in Polonia hanno sofferto un calo superiore ai 6 punti percentuale. Tra gli altri principali Paesi europei di destinazione dei prodotti locali si segnalano l’aumento del 5,7% registrato in Cechia, cui si contrappongono le pesanti flessioni di Austria (-24,9%) e Irlanda (-18,5%).

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato di sbocco al di fuori dell’Ue-27, generando una quota del 7,4% dell’export regionale, seguiti da Svizzera e Regno Unito, che assicurano rispettivamente il 4,3% e il 3,8% del valore totale delle vendite oltre confine. La performance esibita dall’export piemontese nel mercato statunitense appare fortemente negativa (-14,2%), così come quella evidenziata verso il Regno Unito (-15,1%). La Svizzera incrementa, invece, gli acquisti di prodotti regionali di oltre 40 punti percentuale, soprattutto grazie al notevole incremento di gioielleria, bigiotteria e pietre preziose.

Tra gli altri mercati si segnalano le contrazioni di Cina (-8,7%), Turchia (-30,9%) e Messico (-28,4%), cui si contrappone la crescita del Brasile (+10,0%).

Massimiliano Sciullo

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