Attualità - 08 giugno 2025, 16:00

Smartphone vietati anche alle superiori: scatta il divieto del Ministero

Valditara annuncia una nuova circolare: stop ai cellulari a scuola, anche per finalità didattiche. Un provvedimento che riaccende il dibattito tra educazione digitale e tutela dei giovani.

Smartphone vietati anche alle superiori: scatta il divieto del Ministero

Stop agli smartphone anche nelle scuole superiori: arriva la stretta del Ministero dell’Istruzione. Ad annunciarlo è stato il ministro Giuseppe Valditara nel corso della trasmissione Porta a Porta, condotta da Bruno Vespa su Rai1: «È una scelta operativa. Nelle prossime settimane firmeremo una circolare valida dal prossimo anno scolastico».

La misura, già introdotta lo scorso settembre per le scuole primarie e secondarie di primo grado, viene ora estesa anche agli istituti superiori. E, come sottolineato dal ministro, riguarderà anche l’uso a scopo didattico. Un provvedimento che divide l’opinione pubblica tra chi lo vede come un’azione necessaria per proteggere i giovani e chi, invece, lo considera un freno all’innovazione didattica.

Una scelta di “disintossicazione digitale”

Secondo Valditara, i primi mesi di applicazione del divieto alle scuole inferiori hanno dato riscontri positivi: «Le scuole hanno accolto con favore la nostra circolare. C’è stato un grande consenso da parte di docenti, famiglie, ma anche degli stessi studenti, che hanno colto l’opportunità di “disintossicarsi”».

Il ministro ha evidenziato l’impatto negativo degli smartphone sul rendimento scolastico e sul benessere psicologico: «Abbiamo dati sconvolgenti: bambini di sei anni che accedono a siti pornografici, il 38% dei ragazzi soffre di disturbi del sonno causati dal cellulare, e l’insuccesso scolastico è triplo tra coloro che ne fanno un uso eccessivo».

Una proposta anche a livello europeo

Valditara ha anche annunciato di aver presentato a Bruxelles una proposta per estendere il divieto a tutte le scuole dell’Unione Europea, riscuotendo il consenso di Paesi come Francia e Svezia. In Italia, intanto, è in discussione una proposta di legge bipartisan per vietare i social ai minori di 15 anni.

Smartphone e cervello: un rischio da non sottovalutare

Secondo diverse ricerche, tra cui quelle promosse dalla Fondazione Umberto Veronesi, l’uso eccessivo degli smartphone può generare una vera e propria dipendenza, soprattutto tra i più giovani. La psichiatra Adelia Lucattini ha spiegato che molte app sono progettate per creare dipendenza, stimolando il circuito dopaminergico, quello della gratificazione.

I dati parlano chiaro: il 70% dei ragazzi italiani ha uno smartphone prima degli 11 anni e il 25% supera le 8 ore giornaliere di utilizzo. Circa 100.000 giovani mostrano già sintomi di dipendenza da social media.

Il ruolo della scuola e la comunità educante

Il pedagogista Daniele Novara sostiene con decisione l’iniziativa del Ministero: «È giusto che sia la scuola ad aprire la strada. Ma il divieto da solo non basta: serve l’impegno di tutta la comunità educante». Novara ha lanciato anche una petizione per vietare l’uso degli smartphone sotto i 14 anni e dei social sotto i 16, raccogliendo oltre 100.000 firme.

Un dibattito ancora aperto

C’è però anche chi invita a non demonizzare il digitale. Nel libro Oltre la tecnofobia, il neuroscienziato Vittorio Gallese, il filosofo Stefano Moriggi e il pedagogista Pier Cesare Rivoltella riflettono sull'importanza di educare all’uso consapevole, invece di imporre divieti assoluti. Il loro approccio mira a sviluppare competenze digitali critiche, trasformando la tecnologia in una risorsa educativa e sociale.

Verso una nuova educazione digitale

La sfida per il prossimo anno scolastico sarà quindi duplice: valutare l’efficacia del divieto e individuare strategie di responsabilizzazione. Il provvedimento italiano potrebbe diventare un modello europeo, ma solo se accompagnato da un dialogo educativo profondo e condiviso.

Il dibattito rimane aperto: tra chi teme i danni del digitale e chi ne intravede le potenzialità formative, resta centrale l’obiettivo comune di tutelare i giovani e garantire un’istruzione di qualità, tra innovazione e consapevolezza.

Redazione

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