Dopo la critica da parte di Luigi Songa, referente di Indipendenza, alle parole di don Renato Sacco sulla parata del 2 giugno e sull’esaltazione delle forze armate in un periodo di guerra, interviene nel dibattito anche don Massimo Bottarel, parroco di Villadossola, a cui da alcuni mesi don Sacco è stato affiancato in parrocchia. Di seguito il testo della lettera inviata dal parroco a Songa.
“Buongiorno sig. Luigi Songa. Ho letto le sue dichiarazioni su don Renato e su Pax Christi. Prima di tutto vorrei correggere alcune imprecisioni. Le posizioni di don Renato e di Pax Christi affondano le loro radici non in una ideologia che viene da sinistra o da destra, dall’alto o dal basso ma in una cosa ben più antica, il Vangelo, e da una tradizione religiosa che ha inventato addirittura una cosa chiamata “dottrina sociale della Chiesa”, e che lei dovrebbe conoscere bene, visto che è addirittura citata nel comunicato del congresso fondativo del suo movimento. Affermare che si seguano dei dettami che vengono dall’Unione Sovietica mi sembra andare a cercare funghi nel deserto…quando abbiamo i boschi ossolani vicino a casa…
Passiamo alla difesa nazionale. Legittima. Giusto. Don Renato e Pax Christi non mettono in dubbio la liceità di difendersi. Mettono in dubbio l’efficacia di questo tipo di difesa e gli scopi veri di questo riarmo a tutti i costi (sic!). Come chi, pur non mettendo in questione l’esistenza di Israele, è sgomento di ciò che succede a Gaza.
Se ci fosse un po’ più di creatività e un po’ meno di sudditanza verso certi interessi e certi stati e sovrastati (cosa che mi aspetterei da lei), forse si potrebbe pensare un modo diverso di sentirsi sicuri, rivalutando parole come diplomazia, amicizia tra i popoli, fratellanza, difesa civile…
Un’ultima considerazione: la fiamma di una candela è poca cosa ma entrare in una polveriera con una candela accesa non è proprio la cosa più razionale di questo mondo. E se in tanti entriamo in una polveriera con una candela accesa in mano…non so chi ne uscirà vivo!”.