La pioggia ha accorciato la processione di San Vittore conclusa sotto sotto il porticato all’ingesso della basilica dove il vescovo, monsignor Franco Giulio Brambilla, ha benedetto il lago “a distanza” anziché scendere sino al porto come da tradizione. Annullati anche i fuochi d’artificio offerti dal Comune. Il sindaco, Giandomenico Albertella, ha tenuto il suo primo discorso di San Vittore dal pulpito accennando alle trasformazioni della città che ha saputo pian piano costruirsi una identità chiudendo con un pensiero agi operati della Barry Calebaut.
Dal punto di vista della devozione popolare è stato un San Vittore “Giubilare” rallegrato dall’elezione di Leone XXIV cui hanno accennato il parroco, monsignor Fausto Cossalter e il vescovo. Monsignor Brambilla ha legato la ricorrenza, San Vittore, all’lezione del nuovo Pontefice nell’anno giubilare: “abbiamo il lusso di poterci concedere un anno di grazia che richiede di introdurre questa grazia nella vita quotidiana”. “La chiesa – ha proseguito – deve essere il luogo del perdono, la sorgente che alimenta la conversione. Il perdono è ricucitura come le ricuciture dei tessuti strappati che praticano le suore di Orta San Giulio. L’indulgenza di cui siamo beneficiati nel Giubileo ha anche un lato umano, ci richiede di essere presenti, non è il condono che riduce il debito ma perdonanza. E’ questo che fi auguro per il San Vittore di questo Giubileo 2025”.