“L’attuale condizione dell’assistenza territoriale e di base nel comune di Verbania ha ormai assunto elementi di criticità insopportabili per i cittadini”. Così il sindaco Giandomenico Albertella, in una nota, interviene sulla questione che nelle ultime settimane è stata sollevata da numerosi sindaci e cittadini di tutta la provincia. “Alle gravissime carenze assistenziali non ci si può limitare a proporre futuri scenari risolutivi basati sui progetti delle Case della Salute e dell’Ospedale di Comunità, progetti che richiedono anni per la realizzazione, lasciando allo sbando migliaia di cittadini che non hanno più punti di riferimento per le necessità immediate – prosegue il primo cittadino verbanese -. Ciò premesso, con spirito costruttivo, abbiamo avanzato all'assessorato regionale alla sanità e alla direzione Asl Vco alcune proposte su cui chiediamo di aprire un tavolo di confronto per individuare con urgenza azioni per garantire a tutti i cittadini un diritto sancito dalla nostra Costituzione”.
“Da un calcolo di massima sulle disponibilità e tenuto conto delle prossime assenze si calcola che almeno 3000 abitanti sono o saranno a breve privi di medico – si legge nella lettera inviata dall’amministrazione ad Asl Vco e alle istituzioni -. Tale cifra è in realtà più consistente se si tiene conto che almeno 4 medici operano contemporaneamente a Verbania e nei comuni dell’ambito Verbano per cui non possono destinare che una minima parte dei posti del massimale ai residenti in città. Molti sono stati costretti a scelte di medici operanti fuori città, impediti di fatto ad accedere agevolmente agli studi medici con insopportabili conseguenze. Al momento nessun medico appare disponibile ad acquisire scelte sufficienti a Verbania”.
“A fronte di tale drammatica situazione – prosegue la lettera - si è cercato di tamponare le carenze attivando, per i cittadini privi di medico, l’ambulatorio della cosiddetta Casa della Salute presso il Distretto di Pallanza. Peccato che tale servizio è stato attivato con modalità estremamente disagevoli. Gli orari sono ridottissimi, con una media di 3 ore al giorno. Tali orari sono concentrati per la maggior parte nelle ore lavorative del mattino. Situazione aggravata dal fatto che, come comunica un cartello affisso, i medici ricevono esclusivamente su appuntamento previa prenotazione. Questo significa una attesa anche di 15/20 giorni per ricette o esami urgenti, mentre per un consulto medico l’unica alternativa è rivolgersi al Dea dell’ospedale, con conseguenze immaginabili. È evidente che una assistenza così organizzata non risponde ai minimi requisiti di sicurezza e accessibilità e la Casa della Salute appare assolutamente o quasi inutile. Ora, a fronte delle numerose proteste e segnalazioni che ci giungono, non è più possibile procrastinare interventi risolutivi anche se transitori in questa fase emergenziale. È indispensabile un incontro risolutivo con la Direzione della Asl e le competenti autorità sanitarie regionali per individuare, nelle more di una soluzione alla cronica mancanza di medici, una alternativa operativa accettabile”.
Il sindaco Albertella e il consigliere delegato alla sanità territoriale Giorgio Tigano avanzano dunque alcune proposte per trovare una soluzione a questa situazione di emergenza. La prima è “rivedere collocazione, orari e procedure di accesso, della attuale Casa della Salute. Soprattutto, in questa fase, la collocazione potrebbe essere individuata anche presso l’Ospedale Castelli. Questo perché l’impossibilità di usufruire di un parere medico in tempo reale costringe necessariamente i cittadini a rivolgersi al Dea, servizio troppo serio e importante per essere ingolfato da richieste non pertinenti”. Inoltre, “l’orario di apertura non deve essere inferiore alle 8 ore giornaliere per 5 giorni la settimana (esclusi prefestivi e festivi coperti da guardia medica) con prestazioni ad accesso diretto e senza prenotazione per garantire sevizio immediato ed efficiente”. Per fare ciò, il sindaco propone delle turnazioni: “se consideriamo 8 ore al giorno per una media di 23 giorni al mese le ore da coprire sono un totale di 184 mensili e circa 2208 annuali (cifra in eccesso in considerazione delle festività infrasettimanali). Per la copertura di tali turni si potrebbero coinvolgere i medici di famiglia che in ambito Verbano sono circa 30 (va valutato eventualmente, se la normativa lo consentisse, anche il coinvolgimento di medici non convenzionati disponibili). Su 184 ore mensili ognuno dei 30 medici dovrebbe dare la disponibilità di 6 ore mensili da dividere eventualmente in 3 turni di 2 ore o due di 3 ore. Tale impegno a fronte della soluzione di un problema estremamente grave appare più che giustificabile”. Infine, una proposta su “regolamentazione e costi: l’adesione dovrebbe avvenire con disponibilità volontaria dei MMG presso la Casa della Salute/Distretto/Ambulatorio dedicato presso ospedale o presso l’ambulatorio del singolo medico con riconoscimento economico, nel quadro delle normative vigenti, per ogni prestazione erogata. Riteniamo che il fabbisogno economico necessario per sostenere i costi sia sostenibile dal bilancio dell’Asl. Senza considerare che, tenuto conto del mancato versamento delle quote capitarie per i pazienti privi di medico di famiglia il costo a carico dell’Asl potrebbe ridursi”.