Insieme alla “fotografia” scattata da Antigone, l’associazione che si occupa di monitorare le carceri italiane, la situazione di Verbania è venuta alla luce nei giorni scorsi a seguito di quanto diffuso dalla Garante cittadina dei detenuti, Silvia Magistrini. Una situazione in “bianco e nero”, con alcuni pregi e qualche difetto.
Le persone detenute a Verbania sono 82 (il più anziano ha 73 anni, il più giovane 20), su un massimo tollerabile di 89, di cui 24 lavorano all’esterno e altre 12 sono impiegate all’interno del carcere stesso. Il numero degli agenti penitenziari, a fronte di una pianta organica che ne prevederebbe 50, è di 35. Nell’ultimo triennio, così è emerso, non ci sono stati suicidi, ma l’attenzione deve sempre restare alta. Nel penultimo report di Antigone, va ricordato, i risultati, erano stati positivi. Era emerso un quadro caratterizzato da punti di forza e tra questi le attività esterne dei carcerati – anche oggi sono molte le ore della giornata che trascorrono fuori a lavorare – e gli spazi all’aperto e per svolgere attività sportiva. A disposizione dei detenuti vi sono infatti palestra, biblioteca e campetto, oltre a diversi corsi. In quello dei giorni scorsi, la conferma da Antigone che il quadro complessivo della struttura carceraria verbanese è considerata migliore rispetto ad altre. A livello piemontese, invece, su 3.981 posti disponibili nelle carceri, sono 4.206 i detenuti in cella. Rilevante il dato regionale sulla scarsità di personale: 142 le unità di personale amministrativo mancanti in Piemonte e carente anche la Polizia penitenziaria, con un rapporto tra detenuti e agenti a febbraio 2024 di 1,8. Lo stesso vale per gli educatori. Nella Casa circondariale di Novara ne è presente uno solo (rispetto ai tre previsti) per un numero di detenuti pari a 178.
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