"Sulla sanità Alberto Cirio ha detto solo bugie: questo vuol dire offrire meno prestazioni ai cittadini". È questo l'affondo del Partito Democratico Piemonte, in occasione dell'ultimo Consiglio Regionale del governo di centrodestra. Parole che per i dem (Alberto Avetta, Diego Sarno, Mimmo Rossi, Domenico Ravetti, Daniele Valle, Monica Canalis, Maurizio Marello) trovano sostanza nelle cifre.
I numeri
"Siamo preoccupati - hanno spiegato - per il calo del personale a tempo indeterminato. Per il 2023 il saldo tra cessazioni e assunzioni è negativo per 114 medici, 61 infermieri, 38 tecnici". Le situazioni più critiche risultano all'AOU di Novara (-36 medici), all'Asl Torino (-55 infermieri e - 26 OSS) e all'AOU Città della Salute (-17 tecnici).
"Anche quest'anno - ha chiarito il vicepresidente del Consiglio Regionale Daniele Valle - come accaduto nel 2020, '21 e '22, nella sanità regionale si è assunto meno personale a tempo indeterminato rispetto alle uscite".
"Certamente - ha aggiunto - riconosciamo che c'è stato un miglioramento rispetto all'anno passato, e se si sommano anche i tempi determinati il saldo risulta positivo".
"Cirio non ha raggiunto obiettivi annunciati"
"Questo miglioramento - ha concluso Valle - resta comunque ben lontano dagli obiettivi indicati da Cirio, ovvero le duemila assunzioni in più promesse sul 2023, a cui si devono sommare le altre mille promesse nel 2022. Non si sono verificate né le une né le altre".
Rossi: "Piano straordinario su assunzioni"
Per il consigliere regionale Domenico Rossi: "Sarebbe bastato fare quello che chiediamo da inizio mandato, cioè un piano socio sanitario, un piano straordinario di assunzioni e uno sul benessere lavorativo".
"Ci si mette attorno ad un tavolo con direttori sanitari - ha aggiunto - e si fa un lavoro di disegno su quello che sarà la sanità nei cinque/dieci anni futuri".
Ieri Fratelli d'Italia ha presentato il programma elettorale della Sanità, aprendo fortemente al privato. "Per noi - ha replicato Rossi - non c'è nessun blocco ideologico al privato, ma deve lavorare in un contesto in cui il pubblico funziona alla grande. Se no spostiamo il problema: chi può pagare si cura e chi no deve rinunciare alle cure".