Verbania - 26 novembre 2022, 19:30

Verbania omaggia Rattazzi, uomo e politico in anticipo sui tempi

Si è svolto oggi a Villa Giulia il convegno che la città gli ha dedicato a 10 anni dalla morte

Verbania omaggia Rattazzi, uomo e politico in anticipo sui tempi

Giulio Cesare Rattazzi è stato “Uomo e politico del nostro tempo” nel senso che le sue intuizioni, da dirigente scolastico, da amministratore e da politico erano in anticipo di decenni. È questo il filo conduttore degli interventi al convegno che Verbania gli ha dedicato e del libro edito dalla casa editrice Tararà.

“Non ho conosciuto Rattazzi – ha detto, ad esempio, il sindaco Silvia Marchionini – ma, in questa mia esperienza da sindaco mi sono imbattuta nelle sue intuizioni. Una su tutte: villa San Remigio della quale ha intuito le potenzialità favorendone l’acquisizione da parte della Regione e che diventerà una delle sedi dell’Università del Piemonte orientale. Le prime forme di aggregazione sovracomunale, come i consorzi e il comprensorio. Le opportunità che sarebbero arrivate dal territorio con l’autonomia amministrativa. Tutte cose che mi hanno consentito di conoscerlo, di apprezzarne la lungimiranza come dirigente scolastico nel rilancio dell’istituto Cobianchi oltre che come politico”.

Così lo ricorda Rosy Bindi, autrice della prefazione del libro curato da Tiziano Pera collegata in video: “L’ho conosciuto negli anni ’84-’86 durante la mia prima legislatura da deputato, quando facevo parte della commissione che s’occupava della riforma dell’emittenza televisiva che tentava di uscire dal monopolio Rai-Fininvest. Ci trovammo subito in sintonia perché venivamo dalla stessa esperienza, la militanza giovanile nella Dc durante il processo di rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ci siamo poi di nuovo incontrati nella fase costituente del Partito democratico. Lui sostenne la mia candidatura alle primarie del partito, fui contenta della sua elezione alla prima Assemblea nazionale”.

Il suo rapporto con la politica, ha ricordato Pera, “non fu sempre felice, non è un caso che non sia mai diventato deputato”.

Del lavoro alla presidenza dell’istituto Cobianchi, ha parlato Ettore Perelli Cippo, presidente dell’Associazione ex docenti che ha organizzato col Comune il convegno odierno: “Avviò la sperimentazione negli anni ’70, poi proseguita da Franco Bozzuto che era stato suo vicepreside. In anticipo di 50 anni, una sperimentazione che rilanciò il Cobianchi proiettandolo ai vertici nazionali, l’istituto era fermo dagli anni ’30, quand’era diventato statale. E, ancora prima, fu tra i primi in Italia ad avviare il corso di diploma in Informatica. Della sperimentazione, voglio ricordare il corso di Fisica energetica, interrotto bruscamente dal ministero dopo i primi diplomati in Termotecnica. Lo ricordo con rabbia se penso ai problemi energetici che stiamo vivendo oggi. Per dire come un’intuizione possa essere sprecata dalla burocrazia ministeriale”

L’ex sindaco Pietro Mazzola, di cui Rattazzi è stato assessore alle Finanze ne ha ripercorso la carriera dai primi anni ’60 “quando ci trovammo su fronti opposti in Consiglio comunale, erano i tempi del primo centrosinistra, un’esperienza finita prematuramente che portò Rattazzi all’uscita con altri dalla Dc. Poi, ci siamo ri incontrati in giunta, quando sono diventato sindaco nel 1970 e primo presidente, nel 1971 del Consorzio per lo sviluppo del Basso Toce, che avvio la collaborazione sovracomunale in materia di trasporti e raccolta rifiuti. Siamo stati insieme a Torino a perorare l’acquisizione da parte della Regione Piemonte di Villa San Remigio. A poco a poco il nostro rapporto, da collaborazione amministrativa, s’è trasformato in amicizia.

L’ex presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, anche lui collegato in video conferenza, ne ha ricordato l’attività politica nel capoluogo regionale. Tommaso De Luca, succedutogli alla direzione scolastica dell’Avogadro di Torino, ha raccontato il loro rapporto: “E’ stato lui a volermi vicepreside e, successivamente, ha insistito perché tornassi all’Avogadro da dirigente, dopo che avevo vinto un concorso e scambiato sede. Mi ha dispensato consigli anche durante il suo ultimo ricovero dal quale non si sarebbe più ripreso. M’è capitato spesso di pensare come si sarebbe comportato in certe situazioni anche dopo la sua scomparsa. E, in certi momenti, confesso m’è sembrato di percepire ancora qualche suo consiglio che m’è stato utile fino alla conclusione della mia esperienza lavorativa”.

Le ultime due testimonianze sono state di Cristoforo Bono, suo stretto collaboratore durante la sua prima esperienza in giunta negli anni ’60, e di Alessandro Rota, oggi videomaker che proprio all’Avogadro da studente avviò quella che oggi è diventata la sua carriera professionale.




Redazione

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