Nel messaggio di Natale di quest'anno il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla, mette al centro i migranti e gli ultimi del mondo lasciati soli, i giovani che chiedono parole di futuro, le famiglie ferite cui stare vicino. E ancora coloro che cercano lavoro, il corpo il volto delle donne che esigono rispetto, i malati e i soli che hanno sofferto di più nel tempo di pandemia. In un gioco di rimandi - ritmato dall’espressione “Come sei bello…” - tra le sue parole e quelle che san Bernardo da Chiaravalle ha usato in uno dei suoi sermoni sul Cantico dei Cantici.
Ecco di seguito il testo integrale.
Come sei bello quando giaci nella mangiatoia,
non riconosciuto come il Signore che viene,
quando invece il bue conosce il suo padrone
e l’asino la greppia del suo signore (Is 1,3),
mentre noi respingiamo chi bussa alla nostra porta,
chi approda sulle nostre rive, chi siede
alle nostre mense, per condividere un pane spezzato.
Come sei bello quando sei avvolto in fasce,
segno della cura regale di Maria e Giuseppe,
quando i pastori ti visitano, quando gli angeli
cantano e intonano il Gloria nell’alto dei cieli.
E quando ci prendiamo cura dei ragazzi,
diamo futuro ai giovani,
accogliamo le famiglie dal cuore ferito,
diamo lavoro a chi lo cerca con tenacia,
custodiamo la pura innocenza dei piccoli,
rispettiamo il corpo e il volto delle donne,
doniamo il pane della parola a chi è depresso,
il vino della gioia a chi è malato e soffre,
e gettiamo i «semi del tempo» nel terreno
di un tempo pieno di cose e povero di senso.
Come sei bello quando il tuo volto di Bimbo
ci sorride nello sbocciare della vita,
ci rincuora nella paura del nemico invisibile,
ci consola nel pallore della morte, v
e ci dona un «attender certo de la gloria futura».
Franco Giulio Brambilla
Vescovo di Novara