Attualità - 08 giugno 2021, 19:15

Tragedia Mottarone, la famiglia di Serena Cosentino dona 3 mila euro al Cnr di Pallanza

I soldi destinati al Centro di ricerca raccolti dagli amici della giovane ricercatrice che amava l'acqua dolce

Tragedia Mottarone, la famiglia di Serena Cosentino dona 3 mila euro al Cnr di Pallanza

“Non amava gli sprechi ma l'acqua dolce, avrebbe voluto così”. Mentre le indagini per risalire alle cause e ai responsabili della strage del Mottarone proseguono, arriva la notizia che la famiglia di Serena Cosentino, morta col fidanzato lo scorso 23 maggio, donerà al Cnr di Pallanza -dove la giovane dottoranda lavorava- i quasi 3 mila euro raccolti da amici e parenti. La notizia, apparsa sui canali social, è già rimbalzata sui principali quotidiani. “In occasione del funerale avevamo chiesto di non donare fiori, ma di aiutare il Centro nazionale sulle acque dove nostra figlia aveva intrapreso il suo progetto di ricerca”, hanno spiegato i familiari.

Serena Cosentino aveva 27 anni ed era originaria di Diamante, in provincia di Cosenza: da alcuni mesi si era trasferita a Verbania, dove aveva vinto una borsa di studio voluta dall'Unione industriale del Vco. Quella maledetta domenica di maggio sulla funivia precipitata era morto anche il suo compagno Mohammadreaza Shahaisavandi, 23 anni, iraniano. Il ragazzo era andato a trovare a Verbania Serena, che il 4 maggio aveva compiuto gli anni, e insieme erano andati a fare una gita sul Mottarone.

All'indomani della tragedia il Centro di ricerca aveva voluto ricordare la ricercatrice illuminando l'edificio sul lungolago coi colori della bandiera italiana. Cordoglio era stato espressa un po' da tutti, a partire dalla presidente dell’ente Maria Chiara Carrozza, mentre Nicoletta Riccardi, sempre del Cnr di Verbania, la ricorda così: “Aveva preso servizio il 15 marzo per iniziare un periodo di formazione sul tema emergente delle micro e nano plastiche nelle acque dolci. Nonostante i tempi difficili dell'attuale pandemia, Serena era arrivata piena di un entusiasmo che dava a tutti noi il senso vero del nostro ruolo. Un ruolo che non è solo ricerca, ma trasmissione alle nuove generazioni della passione e delle conoscenze che ci sostengono quotidianamente nel nostro lavoro. Malgrado la giovane età, le erano state affidate responsabilità per l'avanzamento dei progetti nei quali era già a pieno titolo coinvolta. Con Serena abbiamo perso un valore umano e di pensiero. Noi tutti la piangiamo, perché le abbiamo voluto tanto bene".


Redazione

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