Economia - 03 giugno 2021, 19:30

“Possiamo ripartire ma ora il problema è trovare personale”

Francesco Valente, ristoratore di Macugnaga, mette in luce le attuali difficoltà del settore

“Possiamo ripartire ma ora il problema è trovare personale”

Ristorazione al via, ma adesso manca il personale. Non è stato facile alzare la saracinesca, almeno non per tutti. Con le restrizioni Covid che progressivamente si stanno allentando e le prime zone bianche che finalmente sono arrivate, anche il settore della ristorazione, uno dei più colpiti, cerca il lento ritorno alla normalità. L’impresa però non è affatto semplice né scontata, valutato che molti operatori del nostro territorio hanno subito danni ingenti a causa della chiusura protratta dei loro locali: secondo il Sole 24 Ore c’è un 40 per cento di attività che sono a rischio fallimento nel Paese.

I problemi all'ordine del giorno sono diversi, almeno ad ascoltare alcuni imprenditori del Vco che abbiamo contattato per fare il punto della situazione. Per esempio si lamenta la difficoltà di trovare chef, cuochi, pizzaioli, camerieri, baristi, lavapiatti e addetti alle pulizie per la stagione estiva. Mancherebbe, insomma, personale formato, tanto che i posti vuoti in Piemonte sarebbero 10 mila.

Francesco Valente, che a Macugnaga gestisce due rifugi che ha riaperto da una settimana, racconta a VcoNews la sua esperienza. “Il personale? Sparito. Non c’è più gente disponibile, i camerieri sono scomparsi, forse hanno trovato impiego in fabbrica per di mantenersi. E niente cuochi: quelli più capaci sono tutti in Svizzera, dove hanno trovato tutela, a differenza che in Italia. Tutti i miei conoscenti, compressi colleghi di Milano, hanno le stesse mie difficoltà, ci ritroviamo sotto organico. Il problema in parte esisteva anche prima, ma ora si è aggravato: il Covid mi ha sfasciato lo staff, gente con trent'anni di esperienza alle spalle che se n'è andata. Chi ha lavorato un mese da me, poi non ha potuto usufruire della cassa integrazione nonostante il contratto lo prevedesse. Cosa faccio ora? Come si fa? Darò il sangue: poi quando sarà finito anche quello, vedrò. Inoltre mi aiutano gli amici quando possono, e io faccio altrettanto con loro, ma quando la stagione entrerà nel vivo e i ritmi si alzeranno anche questa possibilità non ci sarà più. Pensi che ai nostri annunci nessuno sta rispondendo: anzi, se potete lanciate voi un appello tramite il giornale: cerco personale. Non ci sono nemmeno più i ragazzi che di solito in estate, finita la scuola, facevano esperienza in montagna, il quadro per quanto mi riguarda è drammatico. Al momento non ho molte frecce al mio arco: dopo vent’anni di onesto lavoro, temo che il livello qualitativo scenderà. Non spetta a me dare colpe, ma qualcosa evidentemente non ha funzionato”.

Siamo felici di poter riprendere a breve a servire anche all'interno - fa eco un ristoratore del lago Maggiore -, finalmente uno spiraglio di luce. Problemi di personale qui al momento non ne abbiamo. La nostra clientela è composta sia da residenti sia da turisti che arrivano da oltre confine. Avevamo iniziato a vedere uno spiraglio già col ritorno alle consumazioni all'esterno, di certo non sarà più come prima e dobbiamo per forza di cose fare i conti con una realtà sociale ed economica che negli ultimi 18 mesi ha rivoluzionato il territorio”.

A livello nazionale, intanto, sul problema della mancanza di personale è scontro tra Confesercenti e sindacati, con la prima che punta il dito sui giovani rei, così pare, di non aver risposto alla chiamata delle aziende che hanno riaperto dopo la lunga pausa per Covid e i secondi che danno, invece, la colpa alle proposte di lavoro stesse che non sarebbero sufficientemente appetibili.


Redazione

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