Fa discutere a Verbania il caso della poltrona di presidente del consiglio comunale vacante ormai da cinque mesi e mezzo. Un tempo che a molti pare essere troppo lungo per non suscitare quanto meno delle reazioni di stupore da parte dei cittadini. Giandomenico Albertella, come già scritto da VcoNews, si è dimesso il 22 ottobre dello scorso anno (“la maggioranza ha palesato un atteggiamento di chiusura, respingendo qualsiasi forma di dialogo. Non solo è venuto meno, ma non si è mai concretizzato, quel percorso di confronto, di collaborazione, di dialogo nell'interesse della città che nel giugno 2019 mi aveva indotto ad accettare la presidenza della nostra assemblea cittadina”, aveva dichiarato all’epoca).
Poi è calato il silenzio. Un silenzio assordante che gli articoli via via usciti sui media locali non hanno minimamente scalfito. Perché? “Sono basito per almeno due questioni – commenta un cinquantenne molto attento alle vicende politiche della zona –: primo perché quel ruolo mi sembra di poter dire che rivesta un significato di garanzia per tutti noi e che per questo motivo dovrebbe essere coperto e salvaguardato da chi è al timone della città, secondo perché sono convinto che questo prolungato silenzio da parte di sindaco e giunta sia del tutto ingiustificato. Davvero si ritiene che noi cittadini non si debba essere informati su questa vicenda che è dirimente per gli equilibri delle riunioni consiliari? Incredibile”.
Noi non sappiamo se le accuse lanciate a inverno 2020 da Albertella avessero un fondamento o no, al netto degli errori della memoria non ricordiamo una replica a quelle dichiarazioni (salvo quelle arrivate a stretto giro), ma il ragionamento svolto dal verbanese che abbiamo intervistato pare essere di assoluto buon senso. Nei mesi scorsi sui giornali si era parlato -e lo abbiamo fatto anche noi- di un accordo raggiunto sottobanco tra il sindaco Silvia Marchionini e il senatore Enrico Montani per affidare l’incarico di presidente del consiglio comunale al leghista Luigi Airoldi, uomo con diverse esperienze amministrative alle spalle. Sembrava cosa fatta ma, per ora, sono rimaste solo voci. Secondo quanto siamo stati in grado di raccogliere da fonti istituzionali, il mancato avvicendamento sulla poltrona di Palazzo Flaim (nella foto) sarebbe originato dalla situazione di emergenza pandemica che costringe l’assise di Verbania, così come tutte le altre, a riunirsi in remoto. Come dire: aspettiamo la fine del Covid per nominare Airoldi o altri. Può essere. Ma se così fosse, non sarebbe comunque giustificato il silenzio dell’attuale amministrazione. “Se è come mi dice lei – afferma il 50enne verbanese – allora ce lo dicano chiaro e tondo e ce ne faremo tutti una ragione. Di certo resta un gap di comunicazione che negli anni Duemila non è comprensibile. E poi – conclude il cittadino – quando si riuniscono in remoto non hanno bisogno di un presidente?”.