Cronaca - 16 marzo 2021, 19:08

Maxi risse, episodi di vandalismo e inciviltà: ma che città è diventata?

Verbania, dopo gli ultimi fatti sono in molti a invocare misure più rigide per contrastare il degrado

Maxi risse, episodi di vandalismo e inciviltà: ma che città è diventata?

L’ultima maxi rissa, quella avvenuta in piazza Ranzoni (foto) alla vigilia dell’entrata in vigore dell'allora zona arancione -oggi, come noto, siamo “rossi"- che tanto ha fatto scalpore, in cui decine di ragazzi si sono presi a botte nel cuore di Intra, rendendo necessario l’intervento di più pattuglie della Squadra Volante, ha fatto saltare il tappo dell’omertà. Sono in molti, ora, a invocare l’adozione di misure più rigide per contrastare il degrado. Così, mentre gli uomini al servizio del commissario capo della polizia  Serena Sagliano proseguono le indagini alla ricerca dei responsabili dei fatti dello scorso 27 febbraio, la città si interroga. Da una parte c’è chi sottolinea che l’emergenza Coronavirus ha complicato le cose, rendendo più difficile la vita soprattutto dei giovani e per questo invita alla pazienza, dall’altra, in testa il sindaco Silvia Marchionini, c’è chi parla di "episodi intollerabili”, annunciando il potenziamento delle telecamere di video sorveglianza nel centro di Verbania, come è già stato fatto a Domodossola, e l’intenzione, anche, di limitare gli accessi in piazza Ranzoni (e questo forse è meno fattibile).

Per il gruppo giovani di  Fratelli d’Italia è necessaria una riflessione “perché le limitazioni legate al virus alimentano disagi e tensioni” e propone di “creare un patto educativo che metta i giovani al centro”. Dal canto suo Michael Immovilli, Lega Salvini, ha chiesto di concordare una linea comune su sicurezza e ordine pubblico. Un messaggio che sembrerebbe più che altro diretto al sindaco:  "non puoi scegliere da sola cosa fare". Sarà così? Difficile stabilire chi abbia ragione, anche perché probabilmente mai come in questo caso la ragione non sta da una sola parte. Ciò che è certo è che un pezzo consistente della città si sta rivoltando -noi abbiamo raccolto e vi proponiamo il lungo e articolato sfogo di un cittadino- e nel frattempo, basta leggere le cronache locali, si moltiplicano i locali pubblici che vengono sanzionati (insieme ai loro clienti) e chiusi temporaneamente a causa del mancato rispetto delle norme anti-Covid.

“Molti miei amici sostengono che siamo comunque un’oasi felice, che i veri criminali abitano altrove, ma io non sono mica più tanto sicuro che abbiano ragione loro. Certo, se il paragone è Milano concordo, se invece guardiamo la realtà in faccia per quella che è, allora non possiamo non constatare che le cose sono andate via via peggiorando. Oggi impera il degrado, morale e dei costumi. Lo so: mi direte che è un ragionamento da vecchi, ma non è così. Il mondo è in continua evoluzione, lo vedo anch’io e mi confronti ogni giorno coi miei due figli uno dei quali da poco maggiorenne, ma ciò non significa che dobbiamo per forza arrenderci all’inciviltà, no? Io una volta passeggiavo per le strade di Verbania senza problemi, mentre oggi mi capita non dico di aver paura, ma quanto meno di essere guardingo, di stare all'erta. A metà pomeriggio, l’ho visto coi miei stessi occhi, mi è capitato di trovare in giro ragazzi e ragazze che sono già mezzi ubriachi, mentre altri si stavano rollando canne. E tutti a passare con la testa bassa, per evitare guai. Ma che mondo è: io mi rifiuto di vivere così. Credo che alla base ci sia un problema di mancanza di assunzione di responsabilità da parte delle famiglie, che demandano sempre di più la trasmissione dei valori e dell’educazione all’esterno. Si confida, per esempio, nel mondo della scuola, che certo può giocare un ruolo importante, ma che altrettanto certamente non potrà mai e poi mai sostituire il ruolo genitoriale. E la pandemia ha complicato il tutto. A volte non capisco la realtà. Ho la sensazione che si miri ad andare all’origine del problema, piuttosto che a stroncare gli effetti collaterali. Mi chiedo: è giusto, una volta identificato uno spacciatore locale, lasciare che continui a vendere droga ai nostri figli, perché l'obiettivo primo è quello di riuscire a stringere le manette attorno ai polsi del fornitore più grande, che il più delle volte abita nella grande metropoli? Ne capisco il senso, ma mi sfugge come nel frattempo -e a volte passano settimane, mesi- si possa arginare il fenomeno qui. Io però non sono un uomo di legge, per cui molto probabilmente ragiono in maniera sbagliata. Dico che per comprendere la maxi rissa di Intra, forse sarebbe bastato dare il giusto peso alle avvisaglie della settimana precedente, quando nello stesso luogo si erano già verificati fatti simili. La parola chiave per me è e resta una sola: prevenzione”.

Questi, per la cronaca, sono alcuni degli ultimi episodi avvenuti in zona nell’ultimo periodo: vandali in azione a Omegna (notizia riportata dai giornali il 01/03), sempre vandali al parcheggio multipiano di Intra, dove sono stati presi di mira venti estintori posizionati ai piani terzo e quarto (27/01), di nuovo atti vandalici sempre a Intra, nei confronti sia della chiesa ortodossa rumena sia del parco Robinson (23/01). E poi ancora, in ordine sparso: pusher minorenni, ladri, episodi di maleducazione varia e inciviltà, tra cui urina sui portoni e nei vicoli dei centri storici. C'è chi corre ai ripari. A  Stresa annunciano vigili urbani tecnologici, con bodycam e fototrappola, e dall'estate anche pattugliamenti notturni, mentre a  Domodossola il centro è stato blindato da 30 telecamere che sorvegliano i cittadini.

 

Redazione

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