Per la fauna selvatica alpina l’inverno è il più difficile periodo da superare, per questo è necessario non disturbare gli animali, che spesso cercano il nutrimento dove sia più facile da reperire con il minimo sforzo, ad esempio su terreni scarsamente innevati o ai margini del bosco. Se un animale viene disturbato è costretto a fughe improvvise, aumentando così il dispendio energetico e il fabbisogno di cibo.
“I comprensori sciistici sono luoghi amati e frequentati dagli appassionati di sport invernali, ma oggi esistono anche altri trend: sci-alpinismo, free-riding, escursioni con le ciaspole. Le aree protette e gli spazi aperti dell’arco alpino diventano più vulnerabili di fronte ai numeri sempre crescenti di fruitori”. Sottolinea Ente di Gestione delle Aree Protette dell'Ossola che spiega come al giorno d'oggi molti degli impatti dipendono dalla scarsa conoscenza, piuttosto che dalle cattive intenzioni.
Per questo la campagna di comunicazione condivisa “Be part of the mountain” accresce la consapevolezza tra gli amanti delle attività outdoor e della montagna sulla sensibilità della fauna alpina e delle conseguenze dell’impatto umano sull’ambiente.
“Crediamo -sottolinea l'Ente- che gli ambienti alpini offrano molti benefici per la salute e per il benessere della società, ma sono necessarie misure d’informazione e protezione per preservarli per le future generazioni”.
L'Ente invita gli appassionati a visitare le pagine di “Be part of the mountain” e del progetto “Resicets” per tutti i consigli e le indicazioni utili alla programmazione delle escursioni.
Ricorda, inoltre, che per ogni escursione sulla neve, anche su terreno facile, è fondamentale la consultazione dei bollettini nivo – meteo, la verifica delle condizioni locali, l’uso e la conoscenza dei dispositivi di soccorso e autosoccorso (ARTVA, pala, sonda).