Periodicamente attraverso i suoi canali on line l'Ente di Gestione delle Aree Protette dell'Ossola propone dei brevi approfondimenti sulla fauna dei parchi ossolani. Ultimo dei protagonisti trattati è l'imponente Gipeto, tornato sulle nostre alpi negli ultimi anni.
Scrive l'Ente a proposito: “Nevicate abbondanti e relativamente precoci come quelle avvenute negli ultimi anni rendono difficile la vota agli animali di montagna. Sulle montagne coperte di neve, infatti, il cibo è poco e di bassa qualità e gli ungulati alpini consumano le riserve energetiche accumulate durante l’estate. Per camosci e stambecchi, inoltre, l’arrivo dell’inverno corrisponde con la fine (nel caso del camoscio) o l’inizio (per lo stambecco) del periodo degli amori, al termine del quale i maschi possono aver già' bruciato' tutte le loro riserve.
La morte di uno stambecco, tuttavia, rappresenta la vita per gracchi alpini, corvi imperiali, aquile e volpi. Uno dei fenomeni più affascinanti che abbiamo potuto osservare in questi ultimissimi anni è la 'chiusura' della catena alimentare determinata dal ritorno di colui che si occupa di “smaltire” i resti degli ungulati che gli altri mangiatori di carcasse non riescono a sfruttare: le ossa.
Si potrebbe dire che se in inverno gli stambecchi e i camosci dimagriscono, i gipeti ingrassano. Non solo ingrassano, ma ne approfittano per allevare i loro giovani, calibrando il ciclo riproduttivo in funzione della disponibilità alimentare. Le uova di questi maestosi avvoltoi si schiudono infatti tra la fine di febbraio ed i primi di marzo. Tra gli abitanti delle nostre montagne, i giovani gipeti godono del primato di essere i primi a vedere la luce”.
 
 





