Negli ultimi giorni si sta diffondendo in Italia un nuovo tentativo di truffa su WhatsApp, che sfrutta messaggi ingannevoli e false notifiche per spingere gli utenti a fornire dati personali o a cliccare su link fraudolenti.
La Polizia di Stato invita alla massima attenzione, ricordando che WhatsApp non richiede mai verifiche tramite sms o chat. «Diffidate sempre di comunicazioni che vi chiedono di inserire credenziali o di confermare l’account cliccando su un collegamento esterno» è l’avvertimento degli esperti.
Uno degli schemi più diffusi è quello del messaggio che segnala un account “non verificato” e invita a procedere tramite link. Una volta cliccato, l’utente viene indirizzato a una pagina web fasulla dove, spaventato dal rischio di perdere l’accesso, è portato a inserire i propri dati personali.
Accanto a questo meccanismo, si sta diffondendo anche la truffa del contatto anonimo: un numero sconosciuto avvia una conversazione, spesso inviando foto di presunti giovani con tratti orientali. In realtà, si tratta di immagini generate dall’intelligenza artificiale. L’obiettivo è creare un rapporto che può evolvere in tentativi di truffa romantica o nella richiesta di password e credenziali di accesso.
Secondo la Polizia, queste frodi funzionano perché sfruttano la fretta, la paura o la curiosità delle persone. Promesse come lo “sblocco” di un servizio o la possibilità di un nuovo contatto portano spesso gli utenti a cliccare senza riflettere.
Come difendersi
Gli esperti suggeriscono alcune regole semplici ma efficaci:
Non cliccare link sospetti ricevuti via sms o chat.
Controllare sempre la fonte: WhatsApp non chiede verifiche tramite messaggi.
Prestare attenzione ai dettagli: errori grammaticali e loghi sfocati sono segnali di allarme.
Evitare contatti anonimi che inviano foto o chiedono di proseguire la chat.
Mai condividere dati personali o password: banche, app e servizi digitali non li richiedono via chat.
Segnalare i tentativi di frode alla Polizia Postale o tramite i canali ufficiali della Polizia di Stato.
In un contesto in cui i criminali sfruttano anche l’intelligenza artificiale per rendere più credibili le loro trappole, la consapevolezza degli utenti resta la difesa più solida: riconoscere i campanelli d’allarme e mantenere un atteggiamento prudente può fare la differenza.