Economia - 23 dicembre 2025, 10:20

Previsione primo trimestre 2026, imprese prudenti nel Vco

Produzione e ordinativi attesi stabili, export debole. In Piemonte meglio il terziario, più in difficoltà il manifatturiero

Unione Industriale Vco ha di recente interpellato le sue aziende associate per raccogliere i dati utili a delineare l’analisi congiunturale previsionale per il primo trimestre 2026: le aspettative delle imprese per l’anno nuovo sono all’insegna della prudenza, in attesa di comprendere l’entità degli incentivi e le misure nella nuova Legge di Bilancio.

A testimonianza della cautela manifestata delle aziende, vi sono i dati che emergono dalle risposte su produzione e ordinativi totali: in entrambi i casi abbiamo un saldo in parità tra le imprese che ne prevedono un aumento e quelle che invece si attendono una loro diminuzione. Negativo il dato sugli ordinativi esteri, stimati in crescita solo per il 5,5% delle aziende intervistate. 

Più ottimistiche le previsioni per quanto concerne l’occupazione: il saldo tra aziende che stimano un prossimo aumento del personale e quelle che ne hanno in programma una riduzione è del +10%. Inoltre l’85% delle aziende intervistate afferma di non aver necessità di utilizzare lo strumento della cassa integrazione.

L’indagine congiunturale si è anche posta l’obiettivo di analizzare il rapporto tra le imprese e il mondo della logistica: 4 aziende su 10 temono aumenti dei costi di trasporto, il 20% segnala notevoli difficoltà nel reperimento dei servizi di logistica ed emerge che le aziende, per il trasferimento delle merci, optano per il trasporto su gomma e in misura minore per la modalità multimodale gomma-nave.

Il Presidente di Unione Industriale VCO, Fausto Milanesi, commenta così il risultato dell’indagine congiunturale: “Mi attendevo risultati come quelli emersi dalla nostra rilevazione: la cautela delle aziende rispetto alla produzione e agli ordinativi e, soprattutto, la debolezza dell’export sono comprensibili, data la situazione creatasi con l’aumento dei dazi mondiali, e la generale frenata dei consumi. Positiva in questo quadro la complessiva tenuta dell’occupazione e il ricorso alla cassa integrazione, in leggero aumento rispetto al recente passato anche nel nostro territorio, ma comunque contenuta. La recente revisione presentata sulla legge di Bilancio, credo che sia la via giusta per avere un piano industriale del Paese dove le imprese siano al centro del dibattito, perché è evidente, in questo momento di difficoltà, che sulla competitività devono essere sostenute, a fronte del costo dell’energia alto e della concorrenza di Paesi che realizzano prodotti altamente qualitativi a basso costo. Va fatto il massimo possibile per mantenere le aziende in Italia tramite gli investimenti in ricerca e sviluppo, innovazione e sostenibilità, legati alle misure di agevolazione europee, nazionali e regionali. In questa direzione, un’implementazione efficace dei fondi resta cruciale, così come la necessità di riforme strutturali per la crescita a lungo termine. Anche il futuro andamento dei tassi di interesse sarà da monitorare. In ogni caso, anche se la nostra indagine non le misura, so per certo che la preparazione, la tenacia, l’energia e la passione sempre dimostrate dalle nostre aziende, sapranno sostenerle anche nel nuovo anno!”

Il clima di fiducia delle aziende piemontesi per il primo trimestre 2026, come nella scorsa rilevazione, è complessivamente positivo, segno che il tessuto economico è solido e capace di far fronte a lunghi periodi di incertezza. Tuttavia, i dati complessivi sono sintesi di un andamento opposto tra il manifatturiero e il terziario, in atto da ormai oltre due anni. Il primo risente della crisi di metalmeccanica e tessile-abbigliamento e mostra indicatori negativi per produzione, ordini, redditività ed export. Il secondo, invece, dopo il Covid ha saputo reinventarsi e ripartire e da allora registra indicatori in crescita. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata a dicembre dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino su un campione di circa 1.200 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese. 

Le imprese piemontesi approcciano il 2026 confermando la volontà di investire per far crescere e sviluppare le proprie imprese. Non è una scommessa, ma un vero grande gesto di fiducia che va colto e valorizzato da tutti coloro che compongono il nostro tessuto economico. Quello che ci aspetta sarà un altro anno molto sfidante proprio come il 2025 che dopo molti, forse troppi, timori ha invece registrato un andamento più sostenuto del previsto negli ultimi mesi. Un risultato ottenuto grazie alla capacità delle nostre imprese di sapersi adattare velocemente al mercato, sia come sbocchi commerciali che come offerta di prodotti, processi e tecnologia. Chi guarda al Piemonte sa di poter trovare in questo territorio risposte efficienti e avanzate, una qualità che ci riconoscono partner italiani e stranieri, in maniera trasversale ai settori e alle filiere” ha commentato Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

 

comunicato stampa a.f.