Una revisione dell’elenco dei Comuni montani che rischia di creare ulteriori divisioni e polemiche può essere corretta seguendo due possibili strade. A indicarle è Marco Bussone, presidente nazionale di Uncem, intervenendo nel dibattito acceso in queste settimane sulla nuova classificazione.
«Verso una correzione intelligente dell’elenco dei Comuni montani – afferma Bussone – vedo due possibilità». La prima ipotesi è «un allargamento dell’elenco, modificando le percentuali di territorio e le soglie minime di altitudine», così da includere realtà oggi escluse ma che presentano caratteristiche oggettive di montanità.
La seconda proposta prevede invece un maggiore coinvolgimento delle Regioni: «Ciascuna Regione dovrebbe avere 30 giorni di tempo per rivedere gli elenchi iniziali, fortemente criticati, aggiornando su base regionale i parametri di altitudine e pendenza». Una soluzione che, secondo Uncem, permetterebbe di evitare il rischio di ricorsi alla Corte costituzionale, considerando che la materia della montagna e la sua classificazione sono di competenza regionale, come stabilito da diverse sentenze della Consulta risalenti a circa quindici anni fa.
Bussone sottolinea inoltre come il tema della classificazione non debba bloccare la distribuzione delle risorse: «Il riparto dei fondi spettanti alle Regioni può essere effettuato tranquillamente utilizzando i parametri già adottati nel 2023 e nel 2024, senza dover attendere per forza una nuova classificazione».
Infine, una precisazione su un caso spesso citato nel dibattito: «Roma – osserva il presidente Uncem – secondo alcuni è da sempre considerata montana nella classificazione storica che oggi si vorrebbe modificare. Tuttavia non risulta presente nell’elenco dei Comuni montani pubblicato sul sito del Governo, Dipartimento per gli Affari regionali e le Autonomie».