Finisce con gli applausi la mini-maratona del Consiglio Regionale che - poco prima delle 13, dopo quattro giornate di discussione e sedute - ha portato all'approvazione del nuovo Piano Sociosanitario 2025-2030 del Piemonte. Duecento pagine che racchiudono un "nuovo modello di sanità" e welfare, come aveva chiarito in apertura di dibattito l'assessore regionale Federico Riboldi.
Iter di un anno
L'iter per arrivare all'approvazione oggi dell'atto ha preso il via un anno fa. E non sono mancati i momenti di scontro con la minoranza a Palazzo Lascaris, che hanno portato a programmare e svolgere centinaia di audizioni con stakeholders del settore sanitario, sindacati, Comuni, enti locali. E l'assessore alla Sanità Federico Riboldi ha voluto ringraziare anche la minoranza per il "lavoro congiunto, per fare in modo che venissero accolti il numero maggiore di atti".
"Entra in porto bastimento più sicuro"
"I provvedimenti che vanno ad arricchire il piano - ha aggiunto l'assessore - sono stati approvati: oggi facciamo entrare in porto un bastimento con la guida più sicura". Ma non è l'unica metafora legata al mare usata da Riboldi: "Non si può pensare di fare vela senza la mappa nautica: noi oggi riscriviamo il servizio sanitario. È la prima volta che una giunta regionale si assume l'onere di ascoltare tutti i portatori di interesse e riscrivere questo documento".
"Integrazione sociale-sanitario"
A prendere la parola poi l'assessore alle Politiche Sociali Maurizio Marrone: "C'è integrazione tra sociale e sanitario: è una delle conquiste maggiori di questo documento. Un piano che introduce novità concrete, come un nuovo fondo regionale sui caregiver familiari. Tutte dimostrazioni di una giunta che sottrae il diritto cura dall' emergenzialità".
"Restituiamo diritto salute alle persone"
"Oggi - ha concluso il governatore Alberto Cirio - abbiamo approvato un piano di programmazione che mancava da 30 anni, che ci aiuta a restituire il diritto alla salute alle persone". E tra le file della minoranza, la Lega ha deciso di fare sentire la sua voce, astenendosi dal votare alcuni emendamenti della minoranza.
La maggioranza
"É stato possibile – commentano i Capigruppo della Maggioranza consiliare, Carlo Riva Vercellotti (FdI), Fabrizio Ricca (Lega), Paolo Ruzzola (Forza Italia) e Silvio Magliano (Lista Civica Cirio Presidente PML) - inserire alcuni elementi e specificarne altri che riteniamo molto importanti per offrire ai piemontesi una servizi socio-sanitari all’avanguardia, che tengano conto delle esigenze dei residenti nelle aree urbane come di quelle di chi risiede in zone rurali, montane o decentrate e che offrano condizioni di lavoro e di operatività definite e quanto più possibile agevoli agli operatori del settore".
Minoranza all'attacco
Ma non sono mancate critiche da parte della minoranza. Per la capogruppo del PD Gianna Pentenero e il vicepresidente della Commissione Sanità Daniele Valle: "è un testo privo di una solida base epidemiologica, senza obiettivi chiari e scanditi nel tempo, senza indicazioni su risorse e indici di misurazione. Si cita l’invecchiamento della popolazione, ma senza scenari dettagliati su demografia, immigrazione e distribuzione territoriale delle patologie, utili a orientare le politiche sanitarie".
Tra gli emendamenti proposti dai dem, più attenzione sulla salute mentale. "Non più una logica di cronicizzazione fondata su farmaci, ospedalizzazioni e residenzialità - spiegano - ma il recupero della persona, il rafforzamento dei servizi territoriali, il lavoro di équipe integrate, il ruolo centrale del Piano Terapeutico Riabilitativo Individuale e l’investimento sulla prevenzione con un’attenzione particolare ai giovani e alle fasce più vulnerabili della popolazione sui quali gli effetti della pandemia sono stati devastanti e sulla popolazione carceraria con patologie psichiatriche".
I veterinari pubblici vengono poi riconosciuti come parte integrante del sistema sanitario piemontese. Pentenero e Valle hanno poi voluto tirare una stoccata al governatore: "Cirio è un turista del Consiglio Regionale con l'84% di assenze”.
Accolti dieci emendamenti della consigliera del PD Monica Canalis, ma bocciato quello "cruciale sulla non autosufficienza che mirava a riorganizzare i servizi e a migliorarne la qualità". L'esponente non risparmia poi una critica complessiva al documento: "è un testo molto vago e generico, privo di cronoprogrammi ed indicazioni di spesa, di obiettivi ed indicatori misurabili che lo rendano monitorabile nel tempo".