La Paffoni esce sconfitta dal parquet di Orzinuovi per 81-80, al termine di una partita intensa e combattuta fino all’ultimo possesso. Un epilogo che non premia la prova tutta cuore dei rossoverdi, apparsi tutt’altra squadra rispetto a quelli irriconoscibili visti a Piacenza. A pesare, in un match così equilibrato, sono stati i tanti, troppi errori dalla linea della carità.
Nei quintetti di partenza, la Logiman Orzinuovi schiera Giacomini, Chaves, Caversazio, Cacace e Oxilia; la Paffonirisponde con Trapani, Baldini, Misters, Dimeco e Balanzoni.
Avvio di gara in equilibrio, con botta e risposta nei primi minuti tra Chaves e Misters. Il primo allungo è però rossoverde: Balanzoni domina sotto le plance e Omegna mette la freccia, costruendo un mini margine che porta fino al primo riposo sul 24-28, grazie anche a buone percentuali dal campo e in lunetta.
Alla ripresa, la squadra di Eliantonio vola fino al +8 con Misters e Voltolini, ma Orzinuovi non si scompone e, trascinata dalla solita fiammata di Chaves, rientra subito in partita. Balanzoni è in una di quelle serate in cui fa la differenza (31-36), ma Giannozzi e Oxilia ristabiliscono la parità: all’intervallo il tabellone segna 40-40.
Nel terzo periodo Orzinuovi trova con maggiore continuità la via del canestro grazie a Zilli, Giacomini e Venturoli. I bresciani appaiono più fluidi, mentre Omegna si affida quasi esclusivamente a Balanzoni e Misters: 58-51 al 26’. L’inerzia è tutta dalla parte dei gialloverdi e i nervi saltano in casa Fulgor dopo una clamorosa topica arbitrale per un tocco non ravvisato: tecnici a Voltolini e Gay, dardo di Venturoli e massimo vantaggio orceano sul 67-55 al 30’.
Nel momento di maggiore difficoltà, la Paffoni reagisce con orgoglio: triple di Trapani e Misters, show di Balanzoni e, a due minuti dalla fine, Omegna è di nuovo a -3. Chaves segna quando serve, Oxilia lo imita con un piazzato. Nuovo +5 Orzinuovi, ma la Paffoni ci crede ancora: Misters firma il -3, poi la tripla del pareggio non va a bersaglio. Arrivano due rimbalzi offensivi, Dimeco segna, ma non c’è più tempo