Un passaggio storico e senza precedenti per il frontalierato italiano ed europeo. L’organizzazione internazionale del lavoro (Oil) ha ufficialmente preso in carico la segnalazione presentata da Ufis (Unione frontalieri italiani in Svizzera) il 12 novembre, riconoscendone la fondatezza e avviando un percorso di analisi formale sul trattamento dei lavoratori frontalieri.
La risposta dell’Oil, pervenuta per iscritto tramite canali ufficiali, rappresenta un fatto di assoluto rilievo: mai prima d’ora, nel frontalierato moderno, una questione relativa ai rapporti tra Italia e Svizzera era stata formalmente accolta da un organismo delle Nazioni Unite e sarà ora portata sui tavoli delle commissioni più influenti dell’Oil già il mese prossimo, a dicembre. La notizia è stata comunicata in esclusiva oggi dalla presidente Lisa Molteni nel corso del congresso politico-economico del Partito Popolare del Nord, promosso da Roberto Castelli, svoltosi a Palazzo Falck, a Lecco.
"La presa in carico dell’istanza Ufis da parte dell’organizzazione internazionale del lavoro – ha dichiarato la presidente Lisa Molteni – rappresenta un passaggio epocale. Non è un atto simbolico, ma l’avvio concreto di un monitoraggio internazionale su Italia e Svizzera. Da oggi il frontalierato non è più una questione confinata a tavoli locali o nazionali: entra ufficialmente nell’agenda delle istituzioni internazionali”.
L’Oil interviene esclusivamente in presenza di criticità strutturali e documentate. Con l’apertura del fascicolo, l’organismo delle Nazioni Unite ha avviato un’analisi che riguarda non solo le norme vigenti, ma soprattutto la loro applicazione concreta, con particolare attenzione a fiscalità, previdenza, disparità di trattamento e sostenibilità sociale del sistema. Nel caso emergano criticità, l’Oil potrà richiedere chiarimenti formali agli Stati coinvolti e formulare raccomandazioni ufficiali, destinate a costituire un riferimento per governi nazionali, istituzioni europee e futuri accordi bilaterali.
“È importante sottolineare – ha aggiunto Molteni – che questo risultato non è stato ottenuto da grandi confederazioni o apparati storici, ma da un’organizzazione nata dal basso. Sono stati i lavoratori a portare il frontalierato dove non era mai arrivato prima. Ufis ha aperto un precedente internazionale”.
Ufis ribadisce che "il frontalierato non è un’emergenza né un problema da strumentalizzare, ma una realtà strutturale che va governata con regole chiare, tutela uniforme, stabilità fiscale e maggiore autonomia decisionale per i territori di confine. L’annuncio di Lecco segna l’inizio di una nuova fase nel dibattito politico e istituzionale sul lavoro transfrontaliero, fondata su responsabilità, trasparenza e centralità dei lavoratori. Quando i lavoratori si muovono, la storia si muove con loro”.