Politica - 18 novembre 2025, 16:15

Lega: "Sì a nuovi forni crematori in Piemonte". Avs all'attacco: "È far west"

In provincia di Torino ne sono presenti 3: al Monumentale di Torino, a Mappano e Piscina

Foto generica d'archivio

Scontro tra Alleanza Verdi Sinistra e Lega sulla cremazione in Piemonte. Gli emendamenti voluti dal Carroccio ed inseriti nella legge regionale n. 9 del 2025 cambiano le regole, dando la possibilità di aprire nuovi forni crematori. 

I numeri in Piemonte

In Piemonte, nel 2023, ci sono state circa 32.000 cremazioni su 40.000 decessi. Anche negli anni più drammatici della pandemia – quando gli impianti piemontesi supportavano Lombardia e Liguria – il sistema non ha mai superato le 46.000 cremazioni annue.

Avs: "È un far west"

"A fronte di questa domanda - chiarisce Avs - la rete regionale dispone già oggi di 14 impianti e 22 linee di cremazione, con una capacità potenziale di 70.000–75.000 cremazioni l’anno: più del doppio del necessario". E per le consigliere Alice Ravinale, Giulia Marro e Valentina Cera la legge regionale della Lega "cambia le regole per aprire nuovi forni crematori, abbassando le tutele, scardinando la pianificazione pubblica e creando un far west in un settore che tocca il momento più delicato della vita delle persone, quello dell’ultimo saluto ai propri cari".

"Una deregolamentazione - rincarano - che può aprire la strada a improvvisazione, fallimenti, mala gestione e perfino malaffare". La proposta della Lega abbassa i requisiti minimi per aprire nuovi impianti: basta un bacino di 300 decessi annui, una popolazione di 30.000 abitanti e una distanza minima di soli 3 km da un altro impianto. Il comma 5-bis prevede poi questi criteri si applichino immediatamente.

Lega: "Più servizio ai piemontesi"

A replicare è il consigliere regionale della Lega Andrea Cerruti, promotore delle novità. "In aula - spiega - erano passate all'unanimità, quindi mi sembrano strane queste critiche ora". "La ratio - aggiunge -dell'emendamento è consentire anche in questo ambito la libertà di mercato. La normativa vigente non dà la possibilità ai privati di operare: c'è un contesto pubblico che ha dato dei limiti".

"Così - aggiunge Cerutti - come successo per le onoranze funebri e le farmacie, non ci deve essere un oligopolio sulla cremazione. Vogliamo dare più possibilità e una maggiore offerta di servizio ai cittadini piemontesi".

CInzia Gatti