Attualità - 16 novembre 2025, 10:15

Rapporto Ecomafia 2025: nel Vco 101 reati ambientali nell'ultimo anno

Legambiente ha presentato l'indagine relativa alla regione Piemonte, dove si registra un aumento dei crimini pari al 22%

Si è tenuta giovedì 13 novembre la presentazione del Rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente., con un focus sui dati relativi al Piemonte.

Secondo quanto emerge dall’indagine, nel 2024, in Piemonte sono stati registrati 1.659 reati ambientali (+22,07% rispetto al 2023), con 1.638 persone denunciate (+29,79%) e 231 sequestri (-2,12%). Le province con i valori assoluti più elevati risultano essere Cuneo, con 356 reati (+61,08% rispetto all’anno precedente), Torino con 332 (+14,88%) e Alessandria con 159 (39,47%). In particolare, Torino concentra quasi la metà dei sequestri regionali (107 su 231), seguita da Alessandria e Cuneo. Nelle altre province i numeri si mantengono più contenuti: il Verbano Cusio Ossola ha registrato 101 reati, Novara 97, Asti 82, Vercelli 62 e Biella 52 (i dati provinciali non comprendono quelli relativi alle attività svolte dai comandi carabinieri della tutela ambientale e sicurezza energetica, tutela del lavoro e patrimonio culturale perché disponibili solo su base regionale). L’analisi delle diverse filiere dell’illegalità ambientale fa emergere il forte incremento nel 2024 dei reati relativi alla gestione dei rifiuti (681 illeciti penali, + 46,2% rispetto al 2023) e del 21,6% di quelli relativi al ciclo illegale del cemento, con 649 reati. In entrambi i casi, la crescita è superiore all’incremento medio registrato in tutto il Paese. Restano stabili invece i reati contro gli animali, che sono stati 164.

“Il Rapporto Ecomafia 2025 ci consegna un dato chiaro: i crimini ambientali in Italia crescono. Nel 2024 abbiamo registrato oltre 111 reati al giorno, per un giro d’affari da 9,3 miliardi di euro. Non sono numeri astratti: sono ferite sul territorio, sono ostacoli alla transizione ecologica. – ha dichiarato Alice De Marco, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta – Il Piemonte non è immune: 1.659 reati, +22% rispetto al 2023. Settori più colpiti? Ciclo dei rifiuti (+58%) e ciclo del cemento. Province più esposte: Cuneo, Torino, Alessandria. Dietro questi dati ci sono discariche abusive, cantieri irregolari, incendi sospetti. E, in alcuni casi, infiltrazioni mafiose. La nostra posizione è netta: senza legalità non c’è giustizia ambientale e sociale. Chiediamo il recepimento immediato a livello nazionale della direttiva europea sui crimini ambientali. In Piemonte, perciò, serve fare la nostra parte. Serve una rete forte tra forze dell’ordine, istituzioni, imprese e associazioni interessate. L’obiettivo di oggi è quello di avviare un tavolo di lavoro tra tutti questi attori per poter aumentare l’attività di monitoraggio sul nostro territorio e la consapevolezza e la conoscenza di questi fenomeni. Il Rapporto non è solo un elenco di reati: è un appello alla responsabilità. Noi oggi scegliamo la parte della legalità, della giustizia, del futuro.”

“La crescita dei reati ambientali in tutta Italia, che nel 2024 sono stati oltre 40mila, alla media di 4,6 ogni ora deve sicuramente preoccupare ma è anche il frutto dello straordinario lavoro di tutte le forze dell’ordine - ha concluso Enrico Fontana, responsabile dell’osservatorio nazionale ambiente e legalità di Legambiente – che deve essere rafforzato, insieme all’attività della magistratura. Al governo e al Parlamento chiediamo di garantire risorse adeguate e di approvare le riforme che mancano, a partire dal recepimento entro maggio 2026 della nuova direttiva europea per la tutela penale dell’ambiente. Dal Piemonte è arrivato oggi pomeriggio un segnale forte sul gioco di squadra che deve coinvolgere tutti nella lotta all’ecomafia”.

l.b.