Ultim'ora - 08 novembre 2025, 15:59

Putin ha cancellato Lavrov? Il mistero del ministro, parla ma non si vede

(Adnkronos) -

Che fine ha fatto Sergei Lavrov? Il ministro degli Esteri russo è scomparso da giorni dalla scena pubblica. Oggi, dopo un lungo silenzio, ecco una dichiarazione riferita dall'agenzia Tass. Mosca, dice Lavrov, non ha ancora ricevuto tramite canali diplomatici chiarimenti da Washington sulle parole del presidente Donald Trump riguardo alla ripresa dei test nucleari. 

 

La battuta, riportata senza virgolettati, risolve solo in parte il mistero del ministro. Le sue assenze non sono passate inosservate, in particolare quella del Consiglio di sicurezza presieduto da Vladimir Putin mercoledì. Nella circostanza, il presidente ha inviato un messaggio perentorio all'Occidente - agli Usa in primis - prospettando "una risposta adeguata" in caso di test nucleari eseguiti da altri paesi. Il forfait di Lavrov in un momento di tale importanza è diventato l'assist per accostare il nome del ministro ad un punto interrogativo. In un momento in cui Putin sembra attuare purghe anche nei confronti di lealisti e soggetti favorevoli alla guerra, diventa legittimo domandarsi cosa sia successo al numero 1 della diplomazia di Mosca. 

Il Cremlino ha provato ad archiviare il caso definendo "completamente false" le notizie diffuse da alcuni media secondi cui Lavrov sarebbe "caduto in disgrazia" presso il presidente. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha smentito le indiscrezioni circolate nelle ultime ore. "Non c'è nulla in questi articoli che corrisponda alla realtà", ha affermato Peskov, citato dall'agenzia di stampa Tass. "Certo, Lavrov lavora come ministro degli Esteri", ha aggiunto il portavoce, rispondendo alla domanda se Lavrov fosse ancora in carica. 

 

Il 75enne Sergej Viktorovič è alla guida della diplomazia russa dal 2004, risultando il più longevo ministro degli Esteri nella storia della Federazione Russa dopo il crollo dell'Unione Sovietica. 

Lavrov è il volto della diplomazia russa da oltre 20 anni. In precedenza, è stato ambasciatore di Mosca presso l'Onu. Il ministro è stato una figura vicina a Putin nelle fasi di contrapposizione tra la Russia e l'Occidente: dalla guerra russo-georgiana del 2008 all'invasione della Crimea del 2014 fino alla guerra contro l'Ucraina con l'invasione sostenuta in maniera totale. 

 

Le voci su un presunto deterioramento dei rapporti tra Lavrov e Putin erano state rilanciate dal Moscow Times, secondo cui la causa della frizione sarebbe stata una "disastrosa" conversazione telefonica tra Lavrov e il segretario di Stato statunitense, Marco Rubio. Il colloquio è avvenuto poco prima che Washington annunciasse nuove sanzioni contro le due principali compagnie petrolifere russe e la cancellazione di un incontro previsto tra Putin e Donald Trump a Budapest. Insomma, Lavorv pagherebbe il gelo calato sull'asse Mosca-Washington. Non è sfuggito che la Russia, per ricucire i rapporti, abbia inviato in America il numero 1 del fondo sovrano Kirill Dmitriev. 

I video diffusi dal Cremlino dopo la riunione di mercoledì 5 novembre hanno mostrato qualche momento della riunione del Consiglio di sicurezza russo di mercoledì: al tavolo, nessuna traccia di Lavrov, nonostante il ministro ne sia un membro permanente. A rafforzare le ipotesi di tensioni interne era arrivata anche la decisione, confermata dallo stesso Peskov, di non affidare a Lavrov - come di consueto - la guida della delegazione russa al prossimo vertice del G20, incarico che sarà invece ricoperto da Maxim Oreshkin, vice capo di gabinetto del Cremlino. Da giorni, il canale Telegram della Tass non offre informazioni o 'tracce' relative all'operato del ministro. Ampio spazio, invece, alle dichiarazioni della portavoce Maria Zakharova, che non ha perso l'occasione di affondare il colpo contro l'Italia dopo il crollo della Torre dei Conti a Roma: "L'Italia spreca soldi sostenendo Kiev e il paese crolla". 

 

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