“Quello che ci sta capitando, è un passaggio epocale”, ha esordito così, nel tardo pomeriggio di ieri alla presentazione alla Soms di Intra di “Sotto attacco” del senatore Enrico Borghi, il moderatore Maurizio De Paoli. “Non è il libro del politico che si racconta, ma ci racconta il futuro che ci aspetta. Enrico non si limita a raccontarlo, ma ci insegna come affrontarlo”.
“Nel primo capitolo – spiega Borghi – ricostruisco la fine del sistema di equilibrio che aveva assicurato all’Europa più di 40 anni di sicurezza dopo la Seconda guerra mondiale. Un equilibrio caratterizzato dall’ombrello protettivo degli Stati Uniti e dal confronto-scontro con l’Unione Sovietica. Un equilibrio finito col crollo del muro di Berlino nel 1989, che non è stato percepito in tempo. Negli anni ’90 ci siamo cullati nell’illusione della “Fine della storia”, teorizzata nell’omonimo libro di Fukuyama, secondo il quale alla storia si sarebbe sostituita l’economia e tutto sarebbe andato bene. Un approccio ideologico fuori della realtà. Da un lato sono emerse le autocrazie, dall’altro i tecnocapitalisti della Silicon Valley come Thiel, secondo il quale la democrazia liberale è superata. A modificare il quadro geopolitico è intervenuto l’affermarsi della Cina, che sta contendendo agli Usa il primato di prima potenza mondiale. Gli Stati Uniti, per contrastarla, si stanno ritirando progressivamente dall’Europa, anche dall’Italia, dove i dipendenti delle basi Nato stanno ricevendo buste paga con cedolini da zero euro. Siamo in grave ritardo sul digitale, non ci decidiamo a creare una difesa comune prevista dall’accordo promosso da De Gasperi mai entrato in vigore, ma nemmeno mai revocato, che è ancora in essere”.
Fulvio Scaglione, redattore di Limes, l’altro relatore della serata, ha offerto uno spunto di riflessione sulle democrazie liberali: “Dobbiamo interrogarci sul modo migliore di profilarle e presentarle a livello planetario. Con l’esportazione della democrazia con le armi abbiamo fatto disastri. Dobbiamo anche chiederci: quando mai la Russia è stata democratica, quando mai la Cina lo è stata? Siamo sicuri che proporre loro il nostro modello sia il modo migliore di dialogare? Assistiamo alla pressione militare sul Venezuela di Trump per sgominare li cartelli della droga e il regime presentato come connivente. Ma verrebbe mai in mente, a qualcuno, in materia di contrasto alla droga, di proporre il bombardamento del porto di Rotterdam? Eppure, l’Olanda è il maggior produttore e commercio illegale di stupefacenti in Europa”.
Altri spunti di riflessione contenuti nel libro di Borghi sono relativi all’energia e al digitale: “Un personaggio africano importante, che mi ha presentato il mio capo (Matteo Renzi, ndr) mi ha detto che fra qualche anno saremo ‘assetati’, ha usato questo termine, di energia indispensabile per alimentare i sistemi informatici e non sapremo come procurarcela. Rischiamo di venire colonizzati dalle piatteforme multimediali internazionali. Già oggi dovremmo interrogarci, inoltre, sui soggetti che ci chiedono i nostri dati prima di decidere se fornirli o meno”.