(Adnkronos) - “Non molto tempo fa parlando con alcuni colleghi avevo previsto, non era difficile, che con l’avvicinarsi dell’appuntamento referendario le accuse nei confronti della magistratura si sarebbero inasprite. Puntualmente ciò si è verificato. Si torna a parlare di persecuzioni giudiziarie e complotti nei confronti di uomini politici che hanno ricoperto incarichi apicali nel paese, per avvalorare agli occhi dei cittadini l’immagine di una magistratura politicizzata e inaffidabile che come tale deve essere riformata. È bene dire che non vi è alcuna prova che ciò sia avvenuto". Lo afferma il presidente dell'Anm Cesare Parodi in merito alle dichiarazioni di questi giorni che seguono la lettera di Marina Berlusconi.
"E tutto ciò traendo spunto da un provvedimento che non riguarda in alcun modo il presidente Berlusconi, ma un suo diretto collaboratore comunque condannato in via definitiva per concorso esterno in associazione mafiosa - reato per altro mai contestato al presidente - continua - È assolutamente vero che alcuni procedimenti hanno avuto una lunga durata ma - come ho già detto - ciò non è di certo dovuto ai magistrati intervenuti in tali vicende (o meglio al carico di lavoro degli stessi) ma a molti altri fattori, tra i quali provvedimenti che hanno modificato alcune norme procedurali".
"Parlare ancora oggi di persecuzione, con una valutazione globale e impropria di una attività giudiziaria che si è articolata negli anni, ad opera di magistrati e uffici diversi, per verificare una serie di episodi specifici, e che molte volte è sfociata in archiviazioni, lasciando intendere la sussistenza di un inverosimile disegno complessivo, significa voler alterare la percezione corretta di un periodo della storia recente per condizionare gli esiti del quesito referendario”, conclude Parodi.