Ci sono aspetti che, anche se non ce ne accorgiamo, caratterizzano il paesaggio delle grandi città. Non si tratta dei grattacieli che delineano lo skyline, ma dei rumori ambientali. Alcuni di questi sono oggetto di particolare fastidio.
Due nomi su tutti? Il suono dei clacson nei momenti di traffico congestionante ei motori che rombano.
Altri, tra i quali è comprendere il suono tipico dei mezzi pubblici che incedono sull'asfalto, decisamente meno. Alla base di tutti, però, ci sono rischi non indifferenti per la salute. Nell'elenco è possibile includere anche problemi cardiovascolari.
A dimostrarlo ci hanno pensato diversi studi scientifici, tra i quali è possibile citarne uno uscito nel 2014 e condotto in Germania presso diverse realtà accademiche, tra cui la University Medical Center Mainz.
Gli esperti hanno puntato il dito in particolare sui rumori ambientali notturni, capaci di compromettere la qualità del sonno e di provocare un innalzamento dei livelli di cortisolo, con conseguente aumento dello stress ossidativo e delle criticità a carico dell'endotelio, il tessuto che riveste i vasi sanguigni del cuore.
L'entità del problema in Italia
A che punto siamo in Italia per quanto riguarda l' inquinamento acustico nei grandi contesti urbani ? Rispondendo a questa domanda ci hanno pensato alcuni esperti dell'Istituto per la Salute Globale di Barcellona, che hanno lanciato un allarme che non può cadere ignorato: in molte città , circa il 50% della popolazione è esposto a un livello di inquinamento acustico superiore ai range raccomandato dall'OMS, pari a 53 decibel nell'arco delle 24 ore della giornata.
Attenzione: non si tratta di rumori assordanti. Per rendersene conto, basta ricordare che una conversazione non udibile nella sua completezza fra due o più persone in un ambiente domestico produce un rumore che, mediamente, si assesta attorno ai 50 decibel.
Sì, hai capito benissimo: basta quello che universalmente è considerato uno stimolo uditivo sopportabile per provocare danni nel momento in cui l'esposizione è costante nel corso della giornata.
C'è anche da dire che, molto spesso, le caratteristiche urbanistiche delle città italiane non sono assolutamente favorevoli alla prevenzione dell'inquinamento acustico.
Le viuzze strette di molti centri storici, strade frequentate a ogni ora del giorno e della notte per via della presenza di locali e di appartamenti sul mercato delle locazioni brevi, dove c'è un ricambio continuo di inquilini da tutto il mondo, sono luoghi dove il rumore si amplifica (la cosa è peggiorata nelle situazioni in cui le facciate dei palazzi sono lisce).
Un contributo ulteriore al benessere collettivo
Quando si decide di aprire un'attività, per esempio un ristorante dove si servono piatti con ingredienti provenienti da filiere sostenibili, si ha, tra i vari obiettivi, anche quello di fare la propria parte per il miglioramento del benessere collettivo.
Raggiungere questo risultato vuol dire fare un percorso che passa da diverse strade e una di queste è la valutazione dell'impatto acustico . Non si tratta di uno step da improvvisare. Anche per evitare di andare incontro a problemi con la legge - soprattutto se si apre in un centro storico, dove il tema dell'overtourism e della perdita dei negozi di prossimità è molto sentito - è opportuno contattare un tecnico competente in acustica ambientale .
Come trovare quello adatto alle proprie esigenze? Scegliendo possibilmente i riferimenti di chi già lavora in aziende strutturate che si occupa di sicurezza. Altro punto di massima importanza: servire a poco chiamarlo quando i lavori sono già iniziati e si avviano verso la fine. Essenziale è il suo coinvolgimento addirittura in fase di concept.
Si tratta di un paradigma di prevenzione in tutto e per tutto, relativo a un aspetto al quale magari non si pensa subito quando si valutano i problemi delle grandi città ma che, come ricordato poco fa, ha un impatto enorme.
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