Attualità - 11 ottobre 2025, 18:38

Verbania accoglie il Battello della Pace con un corteo sul lungolago di Intra FOTO

Da Angera a Verbania, il percorso ha celebrato la solidarietà e il no alla guerra, con corteo e musica

Approdo finale del Battello della Pace, alle 15.20 circa, sul lungo lago di Intra, al termine di una “rotta” partita da Angera con tappe intermedie ad Arona e Baveno. Una mini “Flottilla”, in continuità ideale con quella che, nei giorni scorsi, ha sfidato la marina militare israeliana.

A dare il benvenuto agli “Artigiani di Pace”, l’associazione che ha promosso l’iniziativa, sono stati l’assessore alla Cultura di Verbania, Luciano Paretti; il sindaco di Vignone, Giacomo Archetti; Flavio Maglio, in rappresentanza di Anpi Verbania, e don Angelo Nigro, parroco di Ghiffa e promotore di diverse iniziative umanitarie in Terra Santa. Don Renato Sacco ha rivolto un breve discorso di benvenuto agli “Artigiani di Pace” appena sbarcati, spiegando il senso dell’iniziativa.

Poi si è formato un corteo, lungo poco meno di un chilometro, fino al parco della biblioteca civica, dove la manifestazione si è conclusa con un benvenuto in musica dei ragazzi del coro San Martino. L’assessore Paretti, nel salutare i partecipanti, ha lodato la “bella iniziativa, che come Amministrazione accogliamo volentieri. La comunità internazionale non può tollerare quello che sta accadendo in Palestina: la Pace va tutelata anche con iniziative come questa, e ci impegniamo a sostenere iniziative locali.”

Il Festival Lago Maggiore Letteraltura ha aderito all’iniziativa organizzando, dalle 14 alle 14.45 a “Il Chiostro”, un incontro stampa con il professor Raffaele Crocco, giornalista, ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo”. “Il Battello della Pace – ha esordito Crocco – richiama la Flottilla, la forza della parola Pace che dobbiamo trovare il modo di calare nella nostra quotidianità”.

“Come preservare – si è chiesto – questo spirito di partecipazione (alle manifestazioni in tutta Italia, ndr) che la tragedia della Palestina ha fatto nascere? Ciò che è successo in questi giorni è straordinario. Era già successo con la guerra in Iraq, anche se in modo contraddittorio. Non è successo per l’Ucraina. Non è vero che i cittadini non fanno rumore: è chi governa che non li ascolta. Se avessimo ancora un esercito di leva, non avremmo, ad esempio, soldati italiani in Niger a sorvegliare pozzi di petrolio, perché le mamme italiane non temono per la sorte dei figli; i soldati di oggi sono professionisti.”

Sulla Palestina, ha sottolineato Crocco, “c’è stato uno scatto alla notizia dei bambini che stavano morendo di fame: è stato questo a far aprire la crepa nella quale si sono inseriti i cortei. Il 62% degli italiani, certificano i sondaggi, è contrario alla guerra. Eppure il governo, già da quest’anno, aumenta gli investimenti in armi.

“Dire che la Palestina riguarda anche noi – ha concluso Crocco – è vero. Il problema della Palestina si sarebbe potuto risolvere già nel 1948, quando l’Onu aveva stabilito sulla carta che doveva esservi uno Stato palestinese. Ma, per calcoli geopolitici, Israele ha beneficiato dell’extraterritorialità. Lo Stato di Palestina non può esistere perché Israele occupa illegalmente il suo territorio.”

Redazione