Ultim'ora - 25 settembre 2025, 14:28

Viceministra Esteri Israele, Haskel: "Meloni capisce più di Macron. Flotilla? Finanziata da Hamas"

(Adnkronos) -  

Il conflitto a Gaza, il caso Flotilla, il futuro delle relazioni con i Paesi che in questi giorni, in sede Onu, stanno riconoscendo lo Stato palestinese. Sharren Haskel, viceministra degli Esteri israeliana, parla all'Adnkronos del delicato momento diplomatico legato alla crisi mediorientale, mentre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si svolge a New York. Diversi Paesi, tra cui Francia, Regno Unito e Australia, hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina, segnando una svolta significativa nella diplomazia internazionale.  

"Ci sono alcune cose importanti da notare", secondo Haskel: "In passato più di 130, forse quasi 150 Paesi hanno già riconosciuto la Palestina. Questo ha cambiato qualcosa nella realtà? No, non ha cambiato nulla. La realtà è questa: quei Paesi hanno scelto di premiare Hamas, un'organizzazione terroristica, con uno Stato, subito dopo il peggior massacro di ebrei dalla Shoah. Questo fa una grande differenza, non solo per Israele, ma per il mondo intero, perché le organizzazioni terroristiche imparano dalle azioni della comunità internazionale". Durissimo il giudizio sulla Francia. Il Paese di Emmanuel Macron, attacca la viceministra degli Esteri di Israele, "ha guidato, celebrato e spinto questo processo, in alcuni casi persino corrompendo altri Paesi per ottenere questa dichiarazione". "Ci deve essere una risposta forte" sul piano diplomatico, rimarca Haskel: "Quando il primo ministro tornerà in Israele, prenderà la sua decisione basandosi sui suggerimenti sul suo tavolo". 

L'Italia, con Giorgia Meloni, mantiene una posizione prudente sul riconoscimento della Palestina. Al momento Roma non intende farlo, sostenendo che le condizioni non siano ancora soddisfatte. Come valuta la posizione del governo italiano e, più in generale, le relazioni di Israele con l'Italia (che pure ha criticato le recenti operazioni militari israeliane, definendole "sproporzionate")? "Il primo ministro italiano e l'attuale governo sono molto più realistici e comprendono meglio i problemi del Medio Oriente, qualcosa da cui Macron è molto distante. In questo approccio realistico, capiscono che questo conflitto non è territoriale, ma religioso e culturale, e deve essere risolto in profondità. Il territorio da solo non risolverà il conflitto: ci sono condizioni da soddisfare affinché le due parti possano sedersi insieme", osserva Haskel. 

"Il fatto - sottolinea la politica israeliana - è che Macron, spingendo unilateralmente per una soluzione senza nemmeno parlare con l'altra parte, ha favorito Hamas in un momento molto delicato, quando Israele e Hamas stavano cercando di negoziare un cessate il fuoco. Hamas ha capito che più a lungo continua la guerra, più sarà premiata da Macron e dai suoi alleati. Così la possibilità di un cessate il fuoco diplomatico è stata cancellata, e ci siamo trovati con l'unica opzione militare". 

Lunedì 22 settembre alcuni sindacati italiani hanno indetto uno sciopero per esprimere solidarietà alla popolazione di Gaza. Cosa vorrebbe dire all'opinione pubblica italiana, che in parte ritiene Israele responsabile di crimini contro l'umanità? "I crimini contro l'umanità sono stati commessi da Hamas contro gli israeliani. Israele sta rispettando tutti i suoi obblighi secondo il diritto internazionale, il diritto umanitario, le regole della guerra e la Convenzione di Ginevra. Ci sono molte menzogne diffuse", risponde la viceministra degli Esteri dello Stato ebraico. "Per esempio, un giornale italiano ha pubblicato in prima pagina la storia di un bambino curato in Italia per una malattia genetica, facendo credere che il suo stato fosse dovuto alla fame o a Israele. Lo sapevano, ma hanno comunque mentito al pubblico italiano. Questo è il tipo di propaganda che Hamas diffonde. Come ha detto anche Trump, si è o dalla parte di Israele o dalla parte di Hamas. Non ci sono vie di mezzo. L'unico modo per liberare gli ostaggi è la pressione militare. Hamas sta abusando dei palestinesi, li tiene sotto tiro, li tortura ed esegue esecuzioni. Non si cura del popolo palestinese, ma solo dei suoi obiettivi religiosi e ideologici. Più forti saranno le misure su Hamas, più velocemente finirà questa guerra". 

Recentemente il governo italiano ha annunciato una risoluzione per il riconoscimento della Palestina, ma a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l'esclusione di Hamas dalle future dinamiche di governo. Cosa ne pensa? "Capisco - dice Haskel - la posizione e alcuni potrebbero non essere d'accordo con la soluzione proposta. Ma questo non è il momento di parlare di come si vede il conflitto israelo-palestinese. Siamo nel mezzo di una delle guerre più dure che abbiamo mai vissuto, su sei fronti diversi, contro eserciti e proxy iraniani. Ci sarà tempo per discuterne, ma ora, mentre cerchiamo di riportare a casa i nostri ostaggi, tutti sanno che con la leadership di Hamas non c'è futuro sicuro né per gli israeliani né per i palestinesi". 

Infine, qual è la sua opinione sui recenti attacchi denunciati dalla Global Sumud Flotilla? La premier Meloni ha proposto agli attivisti di consegnare aiuti umanitari a Cipro. Il governo israeliano è d'accordo? "Abbiamo offerto molte opzioni. Abbiamo proposto di portare gli aiuti umanitari ad Ashkelon, e ci saremmo assicurati che arrivassero. Ma non è questo che vogliono davvero. Questa flottiglia è stata finanziata e organizzata da persone affiliate a Hamas", denuncia la viceministra. "Si tratta di persone in cerca di attenzione. La quantità di aiuti che portano è dieci volte inferiore a quella già presente a Gaza, pronta per essere ritirata dai camion dell'Onu. Più del 90% dei beni dell'Onu non raggiunge la destinazione, per incapacità logistica o per il coinvolgimento di Hamas. Quando l'Italia, con il ministro Antonio Tajani, ha collaborato con Israele nel programma 'Food for Gaza', tutti gli aiuti sono arrivati. La cooperazione funziona se ci si può fidare del partner e si sa che non ci saranno usi impropri degli aiuti. Ma se si tratta di una trovata pubblicitaria, mi dispiace, ma non funzionerà". (di Antonio Atte) 

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