Attualità - 25 settembre 2025, 08:47

Buoni fruttiferi postali prescritti, il giudice dà ancora ragione ai cittadini

Poste Italiane è stata condannata a rimborsare la somma di 4.000 euro ad una famiglia di Mergozzo

Il giudice di pace di Verbania ha condannato Poste Italiane a rimborsare la somma di 4.000 euro per buoni fruttiferi “a termine” emessi nel 2002 dagli uffici di Mergozzo e caduti in prescrizione nel 2019.

Due sottoscrittori, padre e figlia, nel maggio 2002 sottoscrivevano negli uffici postali di Mergozzo buoni postali per un totale di 4.000 euro. Gli impiegati non fornivano la documentazione informativa ma rassicuravano i consumatori che il loro investimento sarebbe durato vent’anni, cioè con interessi maturati fino al 2022, e con possibilità di riscuoterli fino al 2032. Nel gennaio 2023 i sottoscrittori richiedevano agli uffici di Mergozzo la liquidazione dei buoni e degli interessi maturati, ma gli impiegati negavano il rimborso sostenendo che l’investimento non fosse ventennale, bensì di durata inferiore, e che per effetto della prescrizione gli interessi e i 4.000 euro di capitale investito fossero ormai inevitabilmente persi. 

Gli uffici di Federconsumatori Verbania trasmettevano immediato reclamo a Poste richiedendo il rimborso dei buoni e degli interessi maturati, e di fornire prova di aver consegnato ai sottoscrittori la documentazione informativa prevista per legge. Solo con la risposta di Poste si è scoperto che i buoni appartengono alla serie “a termine AA4” con una durata di soli 7 anni e prescrizione maturata nel 2019. Poste continuava a negare il rimborso e, senza consegnare la documentazione, riteneva i sottoscrittori responsabili di quanto accaduto.

Padre e figlia non hanno avuto altra scelta che rivolgersi al giudice di pace di Verbania per tutelare i propri diritti, assistiti dagli avvocati Enzo Iapichino e Antonio Petrongolo. Il giudice ha ritenuto Poste responsabile della perdita del capitale per non aver fornito ai sottoscrittori l’informazione che i buoni avessero una durata di 7 anni, in particolare per non aver adempiuto agli obblighi di legge, per non aver consegnato la documentazione e i fogli informativi, per non aver affisso gli avvisi nei propri uffici, generando il falso convincimento che l’investimento fosse ventennale, e con la sentenza n. 157/2025 emessa lo scorso 27 agosto ha condannato l’ente a rimborsare i 4.000 euro oltre interessi. La sentenza è la quarta favorevole in zona, dopo la decisione dell’ottobre 2024 dello stesso giudice di pace (1.000 euro), del Tribunale di Novara dello scorso aprile (33.500 euro), e del Tribunale di Verbania di maggio (15.000 euro).

La vicenda è molto controversa avendo Poste generato la convinzione nei consumatori fin dal 2001 che i buoni avessero tutti durata di 20 anni, quando invece molti hanno una durata inferiore (7, 6, 5 anni, 18 mesi), e i sottoscrittori che li hanno messi all’incasso dopo il 2018 hanno perso il denaro investito e gli interessi maturati per effetto della prescrizione. L’Antitrust ha sanzionato Poste con una multa di 1,4 milioni di euro, stimando che in Italia gli investitori ad aver perso il proprio capitale siano più di 1,5 milioni. Federconsumatori Piemonte è stata fra le prime a scoprire il problema, partecipando dall’aprile 2021 alla trasmissione Mi manda Rai Tre, e creando la “tabella delle prescrizioni” diffusa da molte testate giornalistiche in tutta Italia per informare i sottoscrittori del pericolo prescrizione. Nel solo Vco i risparmiatori coinvolti sono migliaia con investimenti che superano anche i 40.000 euro, e in questi anni più di un centinaio si sono già rivolti ai nostri sportelli, spesso anziani, lamentando il rifiuto di Poste a rimborsare i buoni fruttiferi.

Comunicato Stampa - l.b.