Il segretario territoriale di Uil Fpl Angelo Gallina torna sul tema della sanità nel Vco e sul dibattito sull’ospedale unico. Lo fa inviando una lettera al sindaco di Omegna, Daniele Berio, in merito alla decisione di mantenere nella sua città la direzione generale dell'Asl, ma sottolineando alcune criticità emerse tra i lavoratori del comune. Di seguito il testo della lettera.
"Nell'ultima nostra nota, quella dell’11 agosto, trasmessa a tutti i sindaci del Cusio e del Verbano, nell'evidenziare che era stato ripreso il confronto tra i sindaci per riorganizzare il servizio sanitario nel Vco, si è solo potuto discutere del luogo dove costruire il nuovo complesso ospedaliero, essendo stato superato l'ennesimo progetto, ragionato, che salvava e potenziava i due presidi oggi operativi. Ma anche in questo caso, come succede da ormai molti anni, non è stato possibile trovare un accordo. Essendo un argomento interessante e piuttosto complesso non si dovrebbe affrontarlo in modo troppo semplicistico.
Le posizioni dei sindaci di Verbania e Domodossola sono state entrambi chiare, nessuno dei due vuole perdere l'ospedale e i servizi oggi disponibili. Lei giustamente vuole una sanità migliore per la sua città e punta su una struttura ad altissimo livello. Se, per fare un esempio, la nuova costruzione non dovesse essere baricentrica e se dovesse essere accolta la richiesta del sindaco di Domodossola, già favorita, per i cittadini di Omegna sarebbe più comodo raggiungere l'ospedale di Borgomanero, per distanza e per tempo. Se la scelta invece cadrà nel comune di Verbania i cittadini dell’Ossola patirebbero non poco situazione. Se il nuovo progetto dovesse essere realizzato tra Gravellona Toce e Piedimulera, non avrebbe il consenso dei sindaci di Domodossola e Verbania.
Ad Omegna è stato deciso di mantenere la direzione generale e convertire il precedente ospedale con il Cento Ortopedico di Quadrante, con le sue specifiche attività sanitarie ma, se dovessero decidere di costruire una nuova struttura, di "altissimo livello" (cosa dovrebbe avere per essere tale?), all'interno della stessa, mi sembra ragionevole pensare, che saranno costruiti uffici per la direzione generale e per tutto ciò che oggi è presente a Palazzo Beltrami.
Mi sono permesso di fare solo alcune riflessioni, perché come sarà organizzato il futuro servizio sanitario nel Vco è di esclusiva competenza della politica e della conseguente alternanza in seguito a libere elezioni.
Mentre devo sottolineare una situazione che vede me e l'organizzazione che rappresento direttamente interessati e coinvolti, per la carenza di personale presso il comune di Omegna. Sono rimasto sorpreso quando sono stato informato che molti dipendenti, circa 15 su 70, hanno comunicato le dimissioni volontarie a seguito del superamento di un concorso pubblico presso altri enti, non per avvicinarsi a casa oppure per avere miglior riconoscimento economico, ma semplicemente perché ci sono probabilmente migliori condizioni di lavoro. Alla luce di quanto sopra non si può ignorare un dato sempre più evidente e preoccupante: l'esodo costante di dipendenti dal suo comune è un segnale chiaro di un malessere diffuso e radicato, che va ben oltre le singole situazioni personali. Il personale lascia non solo per migliori opportunità altrove, ma per la mancanza di valorizzazione, per l'assenza di percorsi chiari di crescita e per un clima lavorativo, che troppo spesso lascia spazio a scelte unilaterali. La perdita di professionalità rappresenta non solo un danno per l'organizzazione interna del lavoro, ma anche un grave rischio per la qualità dei servizi erogati ai cittadini. Pertanto, l'esodo da parte di un numero così significativo di dipendenti non può essere sottovalutato, né ridotto a scelte individuali: è il sintomo evidente di un malessere strutturale che va affrontato con urgenza. Ignorare questi già evidenti segnali rischia di compromettere la tenuta dell'ente nel medio lungo periodo. A tutto ciò si aggiungono ritardi nella contrattazione decentrata e nella definizione di accordi sindacali, fondamentali per il riconoscimento delle professionalità interne. È quindi doveroso richiamare l'amministrazione ad un cambio di passo: servono ascolto, rispetto e partecipazione reale alle decisioni organizzative, per evitare di compromettere ulteriormente un tessuto organizzativo già messo a dura prova”.