Sembra proprio che stessero organizzando un nuova rapina ma il tempestivo intervento delle forze dell'ordine ha permesso di bloccare in tempo il piano e di identificare in tempi brevi gli uomini coinvolti nella rapina all'ufficio postale di Candelo, avvenuta una settimana fa, il 17 giugno.
Si tratta di tre soggetti di 45, 59 e 64 anni: due domiciliati a Biella, arrestati venerdì scorso e pare intenti a preparare un nuovo colpo; ora si trovano nel carcere di Biella; una terza persona, residente nel Verbano, bloccata nella giornata di sabato, sui cui al momento è pendente una richiesta di convalida del fermo. Quest'ultimo sembra che avesse trovato rifugio a casa di un amico. Inoltre, uno dei tre avrebbe collaborato con le forze dell'ordine.
Questi i dettagli principali, emersi nel corso della conferenza stampa di scena oggi pomeriggio, 24 giugno, negli uffici del Tribunale di Biella. Presenti tutti coloro che hanno collaborato alle indagini: la Squadra Mobile della Questura di Biella e il Nucleo Investigativo dei Carabinieri assieme alla Procura. Al sostituto procuratore Paola Francesca Ranieri è toccato il compito di ricostruire i fatti della rapina, avvenuta intorno alle 8.30 di martedì scorso, dove un uomo vestito di nero, con passamontagna e armato di pistola, è entrato nell'ufficio postale di Candelo in orario d'apertura e ha fatto partire un primo colpo in direzione del soffitto, alla presenza di clienti e personale.
Uscito di corsa, dopo aver rubato 600 euro (non più ritrovati), ha attraversato la strada e rubato un'auto ferma con all'interno un uomo. Ha esploso un secondo colpo di pistola che prima ha infranto il vetro posteriore del mezzo poi una vetrina di un negozio vicino. Una volta a bordo è scappato verso Biella non prima di aver tamponato un altro veicolo e sparato un terzo colpo di pistola verso l'alto. Poi, ha bruciato l'auto nel piazzale dell'ex stazione ferroviaria di Chiavazza e si è dileguato.
“Fin da subito si è capito che ci fosse un complice, una staffetta per il suo recupero – sottolinea Ranieri – Nel corso dei giorni seguenti, alla luce degli elementi acquisiti, si è arrivati all'individuazione dei tre presunti responsabili della rapina. Il monitoraggio capillare con attività tecnica nei confronti dei tre ha permesso di constatare che ci fosse un collegamento tra i tre fin dal giorno precedente la rapina”. Gli stessi, infatti, avrebbero eseguito alcuni sopralluoghi nelle zone prossime all'ufficio postale e nell'area di abbandono dell'auto, una Citroen C3, poi incendiata. Lo stesso veicolo era stato anche noleggiato qualche giorno prima proprio a Verbania. Inoltre, come riportato in sede di conferenza, i tre avrebbero mantenuto contatti telefonici prima e dopo il fatto di cronaca. L'attività di investigazione ha permesso anche di ritrovare e porre sotto sequestro l'arma, una pistola Beretta calibro 9, con 19 cartucce.
Nel corso dell'incontro con gli organi di stampa, il Nucleo Investigativo dei Carabinieri ha riportato di aver nutrito seri dubbi sulla veridicità del conducente della Citroen C3, risultato alla fine, dopo opportuni accertamenti, non vittima ma complice. Sembra, infatti, che non sapesse giustificare in maniera convincente la sua presenza nel Biellese e le sue risposte sono parse, fin da subito evasive; inoltre, è parso insolitamente tranquillo data l'esperienza sconcertante di aver subito un furto e aver visto un uomo armato di pistola. Anche la Squadra Mobile ha fornito ulteriori elementi: a seguito di una serie di controlli e opportune verifiche, gli agenti hanno notato una Fiat 600 transitare poco prima della rapina e qualche istante dopo l'incendio della C3. Un dettaglio molto importante che ha permesso agli operatori di identificare i due uomini fermati nella giornata di venerdì: il presunto autore della rapina e il conducente della stessa 600.
Sul caso ha preso la parola anche il procuratore capo Ruggero Mauro Crupi: “Una precisazione è d'obbligo: alla luce della normativa vigente, a tutela della presunzione di innocenza, le misure cautelari emesse nei confronti delle persone sottoposte alle indagini non comportano in alcun modo una pronuncia sulla loro colpevolezza. Siamo nella fase delle indagini preliminari e dovranno essere ancora svolti ulteriori accertamenti. Quindi anche chi è stato arrestato e sottoposto a misura cautelare detentiva è presunto innocente fino a sentenza definitiva. Con ciò, vorrei condividere il mio pubblico encomio alle forze dell'ordine per il lavoro proficuo, la spiccata professionalità e lo spirito di squadra dimostrato che ha garantito l'identificazione di coloro che si presume essere responsabili e corresponsabili in tempi rapidissimi. La rapina all'ufficio postale di Candelo è stato un grave fatto di cronaca che ha allarmato un'intera comunità: era necessario dare un risposta rapida per quanto accaduto”.