Arrivano le prime reazioni del tessuto imprenditoriale del territorio sui dazi imposti alla Ue da Donald Trump. E il sentimento che traspare è quello di una generale preoccupazione, anche in chi non ha rapporti diretti con il mercato americano. “Per noi il mercato Usa - le parole di Francesca Paffoni della rubinetteria con sede a Pogno - rappresenta una parte molto piccola della quota di mercato, vendiamo solo per le navi da crociera. Ma inevitabilmente siamo preoccupati per le ripercussioni negative che ci saranno per l'economia globale e per quella europea in particolare”.
Mauro Dipietromaria, titolare con i fratelli della Dipiemme, azienda leader per lavorazioni meccaniche, si aspetta una contrazione: “Noi siamo terzisti – spiega - e dipendiamo dai nostri clienti: sicuramente loro vendendo il prodotto finito saranno i primi a risentirne e di conseguenza poi anche noi”.
“Per ora non sembrano esserci ripercussioni - le parole di Marzia Valsecchi di Avo, azienda di Gravellona Toce specializzata in produzione di ruote e supporti per ogni uso - ma è ancora troppo presto per esprimere un giudizio". C'è poi una variante significativa. “Per avere una visione a 360 gradi - spiegano dalla Steam, azienda di Piedimulera che con gli Usa ha rapporti commerciali - dobbiamo vedere come agirà l'Europa, se riuscirà a bilanciare con politiche di sviluppo del mercato interno europeo o se come avvenuto in passato si taglierà le gambe da sola”.