Un anno che finisce e un altro che inizia, con gli stessi problemi. I frontalieri entrano nel 2025 con le solite preoccupazioni sul loro futuro, in particolare i timori sono per la tassa della salute. “Nelle prossime settimane si dovrà capire bene come la situazione si evolverà e come la tassa verrà applicata e quali saranno i margini di intervento da parte della Regione – spiega Antonio Locatelli, portavoce storico dei frontalieri del Vco -. Il contributo non dovrebbe essere superiore ai 200 euro al mese ma riteniamo una cosa davvero assurda la sanzione che andrebbe a raddoppiare questa tassa, che si basa su un obbligo di autocertificazione da parte del frontaliere, sul quale in pratica si va a scaricare la responsabilità, con tutte le conseguenze penali per chi non adempierà al pagamento di questa tassa iniqua e anticostituzionale”.
Ma c’è dell’altro. “Ci sentiamo abbandonati: ad accrescere la rabbia resta il fatto che la tassa sulla salute è stata proposta da un partito che si è sempre elevato a paladino "a parole" a difesa dei frontalieri ed invece ha tradito palesemente chi porta ricchezza sul territorio e che ovviamente avrà meno soldi da investire sulle attività commerciali con le conseguenze immaginabili. E’ inoltre preoccupante il comportamento delle istituzioni che non si pronunciano a difesa di chi da decenni contribuisce a distribuire risorse economiche su tutto il territorio di confine. Purtroppo anche dalla Regione Piemonte e dai parlamentari locali non vedo nessun segno di sostegno ad una richiesta dei frontalieri di annullare questa tassa. Di positivo vi è però – almeno – lo strumento del Tavolo provinciale del Frontalierato, che è determinante per affrontare localmente tutti i problemi della nostra categoria”.