La Casa di comunità in viale Sant’Anna può diventare, se completata come impone il Pnrr a giugno 2026, una “risposta alle difficoltà della cittadinanza”, recita il sottotitolo della serata-dibattito di ieri sera a Spazio Sant’Anna a cura del tavolo tecnico del centrosinistra, "Un modo di evitare, - ha esordito la coordinatrice Michela De Nicola, “scene non degne di un paese civile come quelle cui abbiamo assistito il 27 novembre scorso”.
A Patto, però, ha aggiunto il dottor Vincenzo Mondino presidente della Commissione consiliare sanità e coordinatore del tavolo, “che il progetto della direzione generale Asl sia pronto a gennaio e i lavori partano subito dopo per essere completati il 30 giugno”. In modo da consentire a chi è rimasto senza medico di famiglia il 27 e non è riuscito, o ha ritenuto disagevole, mettersi in coda lunedì 9 per un posto a Baveno o Gignese abbia a disposizione una struttura funzionante 7 giorni su 7, 24 ore su 24, gestita da medici di medicina generale, un pediatra di libera scelta, ambulatori specialistici, personale infermieristico e amministrativo in grado di gestire le prenotazioni e di garantire l’accesso ai servizi sociosanitari quando necessari.
Una casa di comunità “hub” che faccia rete con le Case della salute del territorio di riferimento. Un’organizzazione, è intervento il presidente dell’Ordine dei medici Antonio Lillo, dove sarebbe possibile praticare la telemedicina. Poi Lillo ha parlato della Casa della salute di Cannobio “nata nel 2004 per volontà di 4 medici di medicina generale alla quale nel 2023 si sono registrati 52.746 accessi, dove oltre ai 4 medici di base operano un medico di continuità assistenziale, 4 segretarie per il lavoro amministrativo e 3 infermiere”.
Giorgio Duca, docente di statistica medica ed epidemiologia all’Università degli studi di Milano, ha spiegato come funziona, o dovrebbe funzionare una volta a regima, una Casa di comunità.
“Il problema – ha avvertito concludendo la serata Gianna Pentenero, consigliera regionale Pd – è che, nei 5 anni passati, la Regione non ha mai varato il paino socio sanitario indispensabile per il funzionamento delle Case di comunità. Il nuovo assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ci assicura che sia quasi pronto. Senza un Piano socio sanitario manca il quadro normativo entro il quale le Case di comunità dovranno operare”.