La minaccia di abbandono dell'Asl Vco per andare in quella di Novara da parte dei sindaci di alcuni comuni del Cusio ha fatto tornare al centro del dibattito politico il tema sanità. Presa di posizione da parte del sindaco di Quarna Sopra Augusto Quaretta, che è stato membro della rappresentanza dei sindaci. "E’ abbastanza evidente che l’ospedale di Borgomanero sia in grado di offrire e garantire di più ai comuni che vanno da Omegna verso sud e non meraviglia che molti cusiani si riferiscano già all’ospedale di Borgomanero dove sono previsti nuovi investimenti per 26 milioni di euro.Come dar loro torto, quando l’ASL del VCO non è più grado di dare risposte ai loro bisogni in maniera completa? Quando si tratta della salute non conta più l’appartenenza territoriale ma la sostanza di servizi e assistenza adeguati. Mentre a Borgomanero le cose già funzionano e miglioreranno, nel VCO si è scelto di investire per ristrutturare due realtà in sofferenza, soprattutto per carenza di personale; forse tra 8 / 10 anni i lavori si concluderanno, forse si riuscirà a trovare il personale per mantenerli entrambi anche se con reparti diversi, forse si reggeranno da soli o magari con l’ingresso dei privati: troppi i “forse” che il benessere dei cittadini non merita.Condivido le considerazioni del sindaco di Orta San Giulio, preoccupato per un eventuale passaggio a Novara anche perché questo significherebbe lasciare il Ciss del Cusio che si occupa di servizi socio-assistenziali; una realtà che funziona e che mette d’accordo tutti. Sapete perché funziona? Perché i sindaci mettono sempre al centro l’interesse delle persone e delle comunità e non quelli della politica che quando entra a gamba tesa in certe questioni, rischia di fare danni!
In effetti il rischio c’è! Se i 7 comuni del novarese dovessero aderire ad un altro consorzio a seguito del loro passaggio all’ASL di Novara, il Ciss Cusio non avrà i numeri per esistere e verrebbe accorpato e assorbito da un altro organismo simile.Vero anche che non esistono solo gli ospedali; c’è anche la medicina territoriale che purtroppo è rimasta molto, troppo indietro rispetto alle promesse e ai proclami che tutti a turno hanno fatto in coincidenza di qualche scadenza elettorale. E qui si potrebbe fare molto per riacquistare la fiducia dei comuni giustamente scontenti. Ad esempio all’ospedale di Omegna mancano alcuni ambulatori specialistici come quello di Oculistica e Cardiologia che potrebbero essere integrati. Così come sarebbe opportuno rendere disponibile su più giorni quello di Oncologia che oggi funziona solo un giorno la settimana.E si potrebbero e dovrebbero creare servizi “satelliti” delle Case della Salute e di Comunità in alcuni piccoli centri lontani da Omegna.
Credo sia indispensabile riunire i sindaci del Cusio, far presente alla Regione la realtà e sperare di ritrovare un po di buonsenso nelle scelte e nelle decisioni. Bisogna evitare che il Cusio si spezzi" - conclude Quaretta.