Dal grano al pane il prezzo aumenta di oltre 17 volte tenuto conto che un chilo di grano viene pagato oggi agli agricoltori circa 24 centesimi, il 32% in meno rispetto allo scorso anno, mentre la stessa quantità di pane viene venduta ai consumatori a prezzi che variano dai 3 ai 5 euro a seconda delle città, con un rincaro che arriva fino al +20%, secondo l’analisi Coldiretti su dati dell’Ismea e dell’Istat sull’inflazione media nei primi otto mesi del 2023 in confronto con lo stesso periodo del 2022. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti sull’inflazione media nei primi otto mesi dell’anno dell’Istat, diffusa al Villaggio contadino di Roma dove sono presenti i presidenti ed i direttori di tutte le federazioni piemontesi con la presidente di Coldiretti Piemonte, Cristina Brizzolari, ed il delegato confederale, Bruno Rivarossa.
“La realtà è che, nonostante i cambiamenti climatici stiano influendo sui raccolti limitando la disponibilità di prodotto in Italia, il grano viene oggi sottopagato agli agricoltori, che spesso non riescono neppure a coprire i costi di produzione – afferma Mauro Bianco, membro di giunta di Coldiretti Piemonte con delega territoriale al settore cerealicolo -. Da qui la richiesta di Coldiretti di introdurre anche per pagnotte e panini l’obbligo dell’indicazione in etichetta, se confezionato, o sul libro degli ingredienti, se non confezionato, dell’origine del grano impiegato, proprio come accade per la pasta. Oggi il pane non confezionato non ha etichetta, ma nel punto vendita deve essere presente il libro degli ingredienti, a disposizione dei clienti”.
“Occorre ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito nell’ambito del Pnrr per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali - spiegano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Dobbiamo continuare ad investire affinché le produzioni dolciarie del territorio possano davvero contenere, anche alla luce delle speculazioni in atto a causa della guerra in Ucraina, il grano piemontese frutto del progetto di filiera del progetto di filiera Gran Piemonte tramite il quale sono già stati seminati oltre 7 mila ettari”.