Attualità - 30 agosto 2023, 10:30

La bocciatura del percorso di e-bike nel Parco Valgrande non ferma il progetto

Sindaci pronti a trovare un'alternativa, fuori dai confini dell'area wilderness

Brucia, ai sindaci dell’Unione montana Valgrande e Mergozzo, la bocciatura del percorso per bici elettrica da Cappella Fina (Caprezzo) a Cappella Porta (Miazzina), fino al Pian Cavallone, e la bocciatura del percorso artistico tra i ruderi del vecchio rifugio bombardato durante il rastrellamento della Valgrande nel giugno 1944.

Percorso che avrebbe dovuto essere inaugurato a giugno dell’anno prossimo in occasione dell’80° anniversario del rastrellamento della Val Grande. Ma hanno deciso di andare avanti, spiega Claudio Liera, presidente dell’Unione montana e sindaco di Cambiasca: “Il Gal (Gruppo di azione locale, ndr) ci ha concesso la deroga e ha mantenuto il finanziamento. Troveremo una zona al di fuori del parco dove realizzare sia l’anello che il percorso artistico con statue temporanee”. Però, insiste Liera, “il nostro progetto era valido e rispettoso dell’ambiente, riteniamo che si sia persa una occasione”.

“Non capisco perché – commenta il sindaco di Caprezzo Pierangelo Ballardiniciò che andava bene per la Soprintendenza non è andato bene al Parco. Si sono forse sentiti scavalcati? In consiglio direttivo c’era una maggioranza di favorevoli ma hanno preferito non dividersi ed attenersi al parere dei tecnici”.

Ballardini ha reagito alla bocciatura dimettendosi dalla Comunità del parco, l’organismo che rappresenta i Comuni dell’area protetta. Per Davide Molinari, sindaco di Aurano, “la decisione del Parco non è coerente. Non capisco perché vanno bene le 15 e bike autorizzate sulla linea Cadorna mentre non vanno bene sul percorso ipotizzato dal nostro progetto”.

“Il parco – puntualizza Liera ci deve spiegare che fine faranno le 100 e bike per il cui acquisto sono già stati accantonati i soldi dal precedente consiglio direttivo”.  “Caprezzo - insiste Ballardini – è penalizzata dal continuo via vai di auto che salgono e sostano in paese da dove si possono raggiungere gli alpeggi e salire al Pian Cavallone”.  

Il progettista Renato Locarni ha difeso il progetto dal punto di vista tecnico. La bocciatura, a suo avviso, è dovuta ad un pregiudizio culturale: “Si pensa di difendere l’area selvaggia così com’è trascurando il fatto che, come ha scritto Teresio Valsesia, che è uno dei maggiori esperti della Valgrande, si tratta di una wilderness prodotta dall’abbandono della montagna. Sopra Cappella Porta c’è un bosco di abeti in gran parte pericolanti che lo stesso ente parco aveva progettato di mettere in sicurezza. Il nostro percorso, se realizzato, avrebbe messo in sicurezza tratti di sentiero oggi deteriorati”.

“La bocciatura – conclude Liera – lancia un segnale negativo ai Comuni che oggi non sono nel parco ma che vorrebbero entrare o, addirittura, sono in procinto di entrarvi. Rischia di passare il messaggio che, una volta dentro il parco, non si possa fare più nulla”.