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Il punto di Beppe Gandolfo | 11 aprile 2023, 08:25

Turismo del vino, quanta strada ancora da fare

"La metà delle cantine chiude al pubblico nei fine settimana e nei giorni festivi. Chiusura che riguarda anche molti uffici turistici, costituendo un serio problema rispetto ai flussi dei visitatori che sono invece concentrati nei giorni di festa"

Turismo del vino, quanta strada ancora da fare

“La metà delle cantine chiude al pubblico nei fine settimana e nei giorni festivi. Chiusura che riguarda anche molti uffici turistici, costituendo un serio problema rispetto ai flussi dei visitatori che sono invece concentrati nei giorni di festa”. 

Ho fatto un balzo sulla sedia e sono trasecolato quando ho letto questo passaggio dell’indagine sull’ enoturismo presentata a Vinitaly e curata da Nomisma. Cioè, noi teniamo aperte le nostre cantine nei giorni feriali e le chiudiamo nei festivi? C’è da diventar matti.

L’enoturismo italiano cresce perché è legato a un’esperienza, vuol dire poter camminare nei vigneti: per vedere la vendemmia arrivano ogni anno 10 milioni di visitatori. Ma c’è ancora tanto da fare: primo la cartellonistica appropriata, per trovare la vigna o la cantina che ci interessa c’è da impazzire con Google Maps o con le vecchie cartine. Internet? Per molti è ancora un mondo sconosciuto. La promozione continua a essere  frammentata, e invece deve essere organizzata: dobbiamo avere la capacità di fare rete, anziché ognuno per conto suo.

E dire che abbiamo un tesoro sotto i nostri piedi, quasi fosse petrolio. Non parlo solo dei pregiatissimi Baroli e Barbareschi, ma anche dei vini meno conosciuti ma altrettanto deliziosi: Ruchè, Timorasso, Carema, Erbaluce, Freisa, Grignolino, Barbera, Dolcetti, Altalanga solo per citarne qualcuno. Le cantine turistiche italiane, negli ultimi 10 anni, hanno raddoppiato e in certi casi triplicato l’offerta di esperienze prevedendo intrattenimento, pasti, pernottamenti, serate a tema, esperienze legate al vino, allo sport e alla cultura.

Ma tanto resta ancora da fare. Il turismo, specie quello straniero, è lì alla finestra che aspetta di visitare le nostre cantine e i nostri laboratori delle eccellenze enogastronomiche. Ma bisogna saperlo intercettare, essere presenti su Internet, essere aperti e accattivanti. E non pensare solo a vendere una bottiglia in più.


Beppe Gandolfo

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