Ambiente - 14 settembre 2022, 09:45

Lupo, le associazioni locali e internazionali degli allevatori ribattono al biologo Boitani

"Il 'mantra' dei cani e dei recinti risulta chiaramente sfatato dalla realtà in vari paesi europei seri, come Francia e Svizzera"

Il 13 agosto è stata pubblicata sul "Corriere della sera” un'intervista al biologo Luigi Boitani. Dobbiamo purtroppo costatare come in questo articolo si trovino numerose imprecisioni ed affermazioni non corrispondenti alla realtà, distorsioni che cercheremo in parte di chiarire con questo comunicato.

Il Dr. Boitani ha fondato, e da circa un decennio presiede, la LCIE (iniziativa europea per i grandi carnivori), un'iniziativa che ha già contribuito a procurare gravi danni in molte zone rurali d'Europa. Danni socio-economici alle popolazioni locali: stress, perdita di libertà, dolore animale ed umano, stragi ingiustificabili, animali azzannati e lacerati ed ancora in vita, agonizzanti, perdite finanziarie, costi inutili per protezioni scarsamente efficaci, esasperazione...(link2).

A medio e lungo termine si aggiungono danni alle attività più tradizionali ed ecosostenibili, a razze domestiche antiche, ai territori rurali, alla loro salvaguardia (zone ed alpeggi abbandonati, ecc.) e, conseguentemente, alla biodiversità!

L'intervistato rasenta la farsa quando cita il caso della Francia : "...l'assurdo per cui in Francia, dove i lupi sono appena 600, si sono contate 7511 predazioni annue, contro le 1739 dell'Italia...",

Vuol fare intendere che in Italia con un numero superiore di lupi si riscontrino meno danni? (Il numero ufficiale aggiornato a giugno 2022 è di 921 lupi e di 10826 attacchi nel 2021! Quindi i numeri citati dal biologo non sono corretti.)

Evidentemente dimentica che in Italia i dati statistici sulle predazioni sono carenti e rappresentano solo una frazione minima rispetto alla preoccupante realtà, la quale finisce nell'oblio e non nelle tabelle ufficiali.

Con queste affermazioni viene sfrontatamente denigrato l'impegno pluridecennale e professionale da parte di allevatori ed istituzioni francesi, nel campo della protezione delle greggi! Nonostante l'alto numero di predazioni che oltralpe vengono certificate, gli allevatori francesi parlano comunque di 1/3 che sfugge alle statistiche. (Link 3). Nel 2020, in Francia, gli animali domestici predati (n.b. solo quelli ritrovati ed ufficialmente riconosciuti tra ovini, bovini, caprini, equini e cani da protezione) sono stati ben 12000. Di questi, la maggior parte sono stati predati in presenza di sistemi di protezione. Esempio: nel 2018 su ca. 3000 attacchi, ca. 2750 sono avvenuti nonostante la presenza dei sistemi di protezione (fonte: L. Gardes - CERPAM, Congresso Ried-Landquart 2021 (Link 4). Lasciamo al lettore le debite conclusioni sull'efficacia dei sistemi di protezione passiva! I famosi sistemi promulgati dalla LCIE e dal signor Boitani e da molti altri come sistemi funzionanti per salvare gli animali da reddito pur preservando i lupi... una farsa!

Sarebbe invece da ammirare l'impegno degli allevatori francesi e delle loro istituzioni che da poco hanno istituito i tiri di difesa e di inselvatichimento che permettono di contenere i lupi che attaccano il bestiame domesticoi! Sarebbe stato necessario evidenziare che la persistenza e l'aggravarsi di attacchi nonostante le protezioni è proprio una logica conseguenza dell'adattamento dei predatori alla prolungata protezione! Vediamo solo due possibilità di interpretare la citata esternazione del biologo: o è dovuta una profonda mancata comprensione dell'etologia di questi predatori (improbabile), oppure è dovuta a volontà di distorcere la realtà!

"Cani e recinti elettrici bastano a difendere il bestiame. Ma la gente di montagna deve capire che non può abbandonare greggi e mandrie all’aperto di notte per scendere a valle dalle mogli" Ecco che questo 'mantra' dei cani e dei recinti risulta chiaramente sfatato dalla realtà in vari paesi europei seri, come Francia e Svizzera. Ma qui aggiunge inoltre una vera offesa alla dignità del laborioso popolo delle montagne! Evidentemente questo biologo di Roma sembra vivere in un suo mondo ovattato. Non sa (o fa finta di non sapere) che le predazioni non avvengono perché gli uomini di montagna 'preferiscono scendere a valle a dormire con le mogli'. Non sa che (o fa finta di non sapere) le mogli spesso sono anch'esse sulle montagne a lavorare dalla mattina alla sera. Ignora probabilmente che sulle Alpi, dove gli inverni sono rigidi e gli animali devono essere tenuti in stalla e foraggiati, in estate molto tempo del giorno è dedicato alla faticosa produzione del fieno per l'inverno, fieno ricavato su terreni assai scomodi e molto impegnativi da lavorare, terreni che proprio attraverso lo sfalcio regolare sono riconosciuti dalle direttive ambientali come preziose riserve di biodiversità.

Sorvola elegantemente sul fatto che pochi altri mestieri sono paragonabili a quello all'allevatore di montagna in quanto a sacrifici lavorativi, economici e psicofisici (anche senza la minaccia di predatori che cercano di cibarsi dei suoi animali!). L'allevatore supera queste difficoltà perché spinto dalla passione e dalla tenacia - più che dal guadagno - e dall'amore per le terre lasciategli in custodia dai suoi avi !

Un altro argomento su cui è doveroso ritornare è la vecchia affermazione: "Nessun attacco è stato segnalato negli ultimi 100 anni" ripetuta non solo da Boitani, ma da tutti coloro che si impegnano per la diffusione di questi predatori che (e questo va ricordato!) nelle terre abitate e custodite dall'uomo non portano alcun beneficio di biodiversità, ma sono esclusivamente dannosi.

Quella della non pericolosità è un'affermazione vecchia e falsa poiché contraddetta da innumerevoli riscontri storici e di cronaca! Se in Italia da quando i lupi sono stati messi sotto protezione non si sono verificati attacchi letali, non significa che in precedenza o altrove non ci siano stati attacchi, come dimostrano le ricerche a riguardo dello storico Jean-Marc Moriceau (Link 5). I più recenti sono avvenuti in Abruzzo (dove "sanno convivere" così bene coi lupi da rendere necessaria l'istituzione di un ris dei lupi per contrastare le molte uccisioni illegali:

(Link 6)). Proprio da quelle parti si sono riscontrati due attacchi ad umani a distanza di 11 giorni.

Le due vittime erano persone adulte, salvatesi grazie ai soccorsi dei passanti e finite ambedue in pronto soccorso. (Link 7 , Link 8, Link 9). Il più recente attacco noto e mortale ad umani sul continente eurasiatico è avvenuto lo scorso 28 luglio nella Russia europea, nello stato del Dagestan, provincia di Tsuntinsky, dove sono stati coinvolti in un attacco di un lupo tre bambini: uno è rimasto indenne, uno gravemente ferito (6 anni) ed un altro (9anni) ha tragicamente perso la vita (Link 10).

Esistono anche ricerche scientifiche come lo studio sulla pericolosità dei lupi condotto da NINA (Istituto norvegese di cui è parte il famoso biologo Linnell) dove nei 52 anni intercorsi tra il 1950 ed il 2002 gli scienziati hanno trovato ed accertato 8 casi di attacchi mortali a persone in Europa e Nordamerica (Link 11). Un aggiornamento di tale ricerca, invece aggiunge 491 attacchi a persone a livello mondiale tra il 2002 ed il 2020, di cui 26 mortali (Link 12).

Ci permettiamo di affermare che le persone che continuano a diffondere il mito dei "lupi innocui" a dispetto delle costatazioni oggettive e degli studi scientifici, devono irrevocabilmente venire considerate un pericolo per la società...

Concludiamo riportando alcune frasi più o meno contraddittorie del biologo in altre sedi:

  • Piemonte Parchi, ediz. Speciale 2018, titola così una sua intervista a pag 78: "Italia ipocrita se lascia che i bracconieri mantengano i lupi a livelli di tolleranza"

  • Dal libro "Wolves Behavior, ecology and conservation", uscito nel 2007 e scritto insieme all'amico D. Mech, pagg 341-344. Estrapoliamo:

  1. "si è passati ad un eccessivo protezionismo";

  2. "Ci troviamo ora di fronte alla difficile sfida di reindirizzare il vasto supporto per la conservazione dei lupi verso un approccio più razionale e contestualizzato, dove non viene considerato solo il lupo, ma anche tutto l'ambiente, includendo i legittimi interessi umani.";

  3. "Stiamo per affrontare la sfida di dover gestire popolazioni lupine crescenti ed in espansione usando strumenti impopolari come zonazione, declassazione (del livello di protezione, ndr) e controllo numerico.";

  4. "Infine, questo approccio dovrà fare i conti con un numero di lupi prelevati molto più elevato di quello eventualmente gestibile in una serie di aree protette, per quanto grandi queste possano essere.".

In poche parole il Dr Boitani sembra perfettamente al corrente della criticità della situazione e delle prospettive preoccupanti. Ciononostante, nell'intervista, il presidente della LCIE continua a sciorinare la sua narrazione buonista e narcotizzante, denigrando un'intera fascia della popolazione! Davanti a una simile rassegna di atteggiamenti ondivaghi viene francamente da chiedersi chi sia l'ipocrita. E dov'è la scienza seria?Comunicato congiunto condiviso dalle seguenti associazioni:

Comitato Salvaguardia Allevatori VCO, Montecrestese, Piemonte ItaliaAss. Salvaguardia Rurale Veneta, San Mauro di Saline, Veneto, Italia.

Consorzio Escaroun- Pecora Sambucana, Valle Grana, Cuneo, ItaliaADIALPI -

Associazione Difesa Alpeggi Piemonte, loc. Cros Forant, Crissolo, Piemonte, Italia

Associazione Difesa Rurale, Berbenno Valt. (SO) , Lombardia, ItaliaAlleanza dei Pastori Aurunci e Ciociari (APAC), Fraz. Maranola 04023 LT, Lazio,

ItaliaAssociazione Pastoralismo Alpino, Corna Imagna, Lombardia,

ItaliaZiegenzuchtverband Graubunden, Schweizundner Schafzuchtverband,

Graubunden, Schweiz. Prasident: Duosch StadlerPro alpine Kulturlandschaft, Grigioni, Svizzera

ereinigung zun Schutz von Wild- und Nutztieren vor Grossraubtieren im Kanton Bern. Bern, Schweiz

Kantonale Volksinitiative "Fur einen Kanton Wallis ohne Grossraubtiere", Naters, Wallis, Schweiz

Bundner Bauernverband, Graubunden, Schweiz. Geschaftsfuhrer BBV: Sandro Michaelauernverein Surselva, Graubunden, Schweiz

Verein zum Schutz der landlichen Lebensraume vor Grossraubtieren. Nazionaler Schweizer Verein.

Bundner Verein zum Schutz der landlichen Lebensraume vor Grossraubtieren -

Associazione grigionese per la protezione del territorio dai grandi predatori. Poschiavo, Graubunden

Schweiz.Associazione svizzera per la protezione del territorio dai grandi predatori. Ticino. Svizzera.

Save the Alps Austria. Spittal an der Drau, Austria

Le Collectif « Paturage et Biodiversité »

AEBV - Association des Eleveurs et Bergers du Vercors Mairie de Combovin, 26120 Combovin

 

Comunicato Stampa