Una residenza in cui anziani, a basso reddito, possano vivere insieme. È questa l’idea dell’amministrazione comunale che intenderebbe affittare Villa Iride di Biganzolo (nella foto), la struttura con annesso parco che i padri Venturini, arrivati da Trento a Verbania nel 1941, sarebbero intenzionati a cedere.
Un’idea certo interessante, anche se di non facile realizzazione. Si vorrebbe centrare l’obiettivo già nel 2022; il luogo è abbastanza comodo e accessibile. Ciò che sembra certo è che il centro che sorge appena sopra Intra -18 camere con bagno, spazi comuni, una cappella e una serra dove si coltivavano ortaggi ed erbe aromatiche- è destinato a cambiare pelle. Da oltre 70 anni è rifugio per religiosi in crisi, con problematiche lievi e che hanno bisogno di riposare. Ma non soltanto.
Nelle sue stanze, infatti, sono stati curati anche casi gravi: “preti pedofili che non si possono abbandonare”, come si legge in un’inchiesta realizzata anni fa, che è possibile leggere tuttora in rete: “Negli anni 50 Villa Iride era considerata dagli ecclesiastici e dalla popolazione locale, una casa-prigione, dove i vescovi del Nord Italia spedivano i religiosi che mostravano problemi con il celibato. Oggi la mentalità è un po’ cambiata: i preti vengono aiutati a riabilitarsi”.
Riparata dagli sguardi indiscreti da una folta siepe verde, Villa Iride “nasconde” i suoi segreti e le sue ombre dagli anni ‘40. Ora le cose potrebbero cambiare. Se i padri Venturini accetteranno la proposta del sindaco Silvia Marchionini e della sua vice Marinella Franzetti, l’immobile di Biganzolo diventerà un esperimento di “senior housing”, ovvero di una residenza in cui anziani, a basso reddito, possono vivere insieme, nel verde e nella quiete pre collinare. L’assessore Franzetti ha spiegato poco prima di Natale che al momento è in corso uno studio di fattibilità da parte del Comune e del Consorzio dei servizi sociali.