Un cimitero… di rifiuti. Se la situazione non fosse davvero seria, verrebbe quasi da sorridere. E’ partita, dopo le proteste del gruppo di minoranza “Grande Stresa”, la bonifica del piccolo camposanto di Carciano, che versa da tempo in condizioni di degrado -questa la denuncia-, con tombini esposti nei passaggi pedonali, dunque pericolosi in particolare modo per le persone anziane, la grondaia ancora mancante di rame dopo il furto avvenuto nei mesi scorsi e persino una statua ormai “mangiata” dal verde. E ancora: vegetazione trascurata e muri delle cappelle scrostati.
A sollevare il problema e accelerare l'avvio dei lavori è stata l'opposizione guidata da Canto Di Mila (già sindaco per due mandati), Andrea Fasola Ardizzoia e Carlo Falciola, che ha raccolto le lamentele e le segnalazioni arrivate a suo tempo da numerosi cittadini arrabbiati con l’amministrazione comunale. “Eppure in campagna elettorale era stata promessa attenzione verso i luoghi di sepoltura”, ha tuonato la minoranza. Sono sette in tutto, dislocati tra Stresa e le sue frazioni e praticamente in tutti e sette ci sarebbero dei problemi. Il magazzino di quello di Stresa, per dire, dove a suo tempo si erano registrati dei furti, sarebbe pieno fino all'orlo di scatoloni di rifiuti urbani speciali. Sindaco e giunta attualmente in carica sono corsi ai ripari. “E’ già partita la bonifica, ho trovato una situazione al limite”, aveva dichiarato Marcella Severino dimostrando così attenzione verso il problema. “Sono attacchi strumentali – aveva aggiunto Severino – perché la realtà è che sto risolvendo problemi del passato. Non è vero che non mi occupo del decoro della mia città e il fatto che io non intenda innescare polemiche, non significa che sia disponibile ad incassare tutto in silenzio”.
La protesta nel frattempo è montata anche in rete. Sul profilo Facebook di “Grande Stresa” si sottolinea che il video girato nel cimitero di Carciano e poi pubblicato sui social “non vuole essere contro, bensì una richiesta di intervento urgente”. Lapidario il commento di una stresiana: “Che disastro”. Già cinque anni fa, a testimonianza che si sta parlando di un problema di vecchia data (non soltanto dunque riconducibile a questa amministrazione), i mezzi di informazione locali segnalavano come “alcune cappelle private recano i segni evidenti di un loro non recente abbandono, probabilmente per intervenute estinzioni familiari”.