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Attualità | 12 giugno 2021, 19:00

Il Museo del Paesaggio riparte da Carrà e Martini e dalla sede storica riqualificata

La presentazione dell'esposizione è stata l’occasione per illustrare i lavori di ristrutturazione. Marchioni: “Come Comune abbiamo investito nel corso degli anni 2,5 milioni di euro”

Il Museo del Paesaggio riparte da Carrà e Martini e dalla sede storica riqualificata

Il Museo del Paesaggio riparte con la mostra dedicata a Carlo Carrà e Arturo Martini, le cui opere grafiche sono esposte dal 13 giugno al 3 ottobre, e con un nuovo spazio espositivo ricavato dall’ala di palazzo Viani Dugnani in via Ruga a Pallanza ricavato dalla ristrutturazione deli locali un tempo adibiti ad alloggio del custode. Spazio che, aggiunto alle due ali già adibite alle sale espositive al piano rialzato dell’edificio formano un percorso ad anello.

La presentazione della mostra, da parte della conservatrice Federica Rabai, è stata l’occasione per illustrare i lavori di ristrutturazione. “Siamo intervenuti su edifici diversi – ha spiegato l’architetto Paola Bassani, direttore dei lavori – cercando di coniugate l’antico con l’esistente. Un lavoro che s’è rivelato ricco di sorprese. Sono emersi degli archi che erano stati occultati da lavori edili successivi, travi di sostegno a lastre di pietra che costituivano la base d’appoggio di una terrazza sul tetto che non s’era conservata. Abbiamo mantenuto tutto quello che s’è conservato e abbiamo messo in comunicazione l’ex alloggio del custode con gli altri locali del piano rialzato con una scala per consentire al visitatore di imboccare un percorso ad anello e di uscire da un punto diverso rispetto all’entrata”.

Nelle diverse sedi del Museo – ha aggiunto il sindaco, Silvia Marchionini come Comune abbiamo investito nel corso degli anni 2,5 milioni di euro attingendo a diverse fonti di finanziamento. Ora lo riconsegniamo alla città, come simbolo di ripartenza”.

Le opere esposte – ha concluso Rabai – sono 118, 72 delle quali in prestito dagli eredi Carrà che ringraziamo. Le opere di Martini sono quelle della nostra collezione permanente, sculture e un quadro regalato alla compagna Egle Rosmini, da lei donato insieme alla sculture al Museo. I due artisti si conoscevano, erano amici e si stimavano. Martini è stato lo scultore italiano più importante del ‘900 ma, verso la fine della sua vita, in un periodo di sofferenza, ha ‘alleggerito’ la sua arte fatta di grandi sculture dedicandosi al disegno e alla pittura. E’ in questa fase della sua vita che s’è rivolto all’amico Carrà per chiedere consiglio. Di questa fase esponiamo i bozzetti delle illustrazioni di due libri dello scrittore Massimo Bontempelli, purtroppo mai pubblicati: 'Viaggio in Europa' e un’edizione dell’Odissea sempre a cura dello scrittore che è rimasta allo stadio di progetto”.




Redazione

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