Cronaca - 08 maggio 2021, 12:00

La beffa dopo i lavori: nuova frana in Val Grande

Ancora uno smottamento lungo lo storico sentiero che collega Cicogna a Pogallo

Prima i lavori, poi la beffa. Non conosce pace lo storico sentiero che collega Cicogna a Pogallo, uno dei maggiormente frequentati della Val Grande, ovvero l’antica strada “Sutermeister” (questo il vero nome della suggestiva via pedestre lastricata che collega appunto la piccola capitale del Parco, all’alpe Pogallo), è stato interessato da una nuova frana.

A solo una decina di giorni dalla conclusione degli interventi di sistemazione del sentiero seriamente danneggiato in più punti in seguito all’alluvione del 2 e 3 ottobre 2020, ora si registra un nuovo smottamento, causato dalle piogge di sabato scorso.

L’Ente Parco ha già avviato le verifiche del caso, con un sopralluogo da parte del geologo. “La massa di detriti caduta non è tale da rendere necessario, per ora, la chiusura del sentiero – spiegano dagli uffici del Parco -. Invitiamo comunque gli escursionisti a prestare la massima attenzione nel punto interessato dallo smottamento”.

Fortunatamente si tratterebbe dunque di danno non particolarmente grave ma certo è che rappresenta un nuovo problema per questo importante sentiero che è indubbiamente il più noto e caratteristico della bassa Val Grande, nonché uno dei più frequentati.

Nelle scorse settimane l’Ente Parco aveva effettuato interventi per 23.751 euro: dal taglio di alberi caduti sul tracciato, alla rimozione di materiale detritico; dal ripristino e nuova posa di barriere in ferro a valle del sentiero, al rifacimento della passerella in legno prima di Pogallo e alla messa in sicurezza di tratti franati, fino al recupero dei vecchi muri in pietra. “Questo – evidenziano dal Parco - è stato il primo di una lunga serie di lavori di pulizia e ripristino nella quale l’Ente è impegnato grazie anche finanziamenti straordinari ricevuti dal Ministero per la Transizione Ecologica”. Dopo questa nuova frana però, occorrerà ora mettere nuovamente mano al portafogli.

Marco De Ambrosis