Recovery plan regionale, un’occasione non colta da Baveno e Stresa. A muovere l’accusa in video conferenza stampa, da Azione Baveno –Stresa. “Progetti come la ciclopedonale Baveno Stresa – attacca Antonio Zacchera – e il ponte light tra le isole Bella e Pescatori avrebbero potuto, e dovuto, essere inseriti nella richiesta di Recovery plan. Che non sia stato fatto è indicativo di una mancanza di visione”. “Negli ultimi 30 anni – ha detto Zacchera – abbiamo avuto come fattori di attrazione le isole. Non per merito nostro ma per il lascito di chi ci ha preceduto. Le isole da sole non bastano. Al contrario, utilizzare la pista Baveno-Stresa come brand, in attesa che si trovassero i soldi, come hanno fatto sul Lago di Garda, avrebbe potuto servire alla campagna pubblicitaria. Bastava copiare. Gli altri corrono, noi rimaniamo fermi”. Sulla pista ciclopedonale Baveno-Stresa c’è un accordo di massima, non solo fra i due Comuni, ma anche con Verbania, in cerca di nuovi sbocchi per la rete ciclopedonale sulla piana del Toce. “Il ponte light – ha ricordato Zacchera – è stato oggetto di ironie da parte dei soliti leoni da tastiera che hanno evocato il ponte di Brooklyn magari dalle stesse persone che, incontrandoti in privato, ti dicevano: bella idea!”. “Un altro settore sul quale si potrebbe intervenire – ha concluso Zacchera – è la rete dei sentieri dell’entroterra montano dietro il lago, che io frequento. Si potrebbe riservare una quota dell’imposta di soggiorno alla loro sistemazione”. “Aggiungo per conoscenza – è intervenuto Andrea Fasola Ardizzoia – che nemmeno sull’unico progetto in collaborazione fra Baveno e Stresa, l’app turistica, è stata progettata una campagna. Ne abbiamo parlato in consiglio comunale a Stresa”.
Con Alessandro Porrini (Hospes) il discorso è tornato sul mancato inserimento dell’istituto alberghiero Maggia nell’elenco di opere finanziabili col Recovery plan: “Non intendo ripercorrere la storia di una vicenda partita nel 1982. Rilevo solo che dei partner sottoscrittori dei diversi protocolli d’intesa, Hospes è stato il solo di parola arrivando a spogliarsi del suo patrimonio immobiliare (ex cinema Italia, sede storica in via Albano Mainardi, ndr). Abbiamo saputo dagli organi di stampa che Provincia e Comune hanno, di fatto rinunciato agli impegni a suo tempo sottoscritti, ripiegando su un investimento di 4 milioni non di 7,2 come comunicato. Non pensavamo certo arrivassero soldi per Maggia. Ricordo che abbiamo intrapreso un’azione legale (per recupero 632 mila euro incassati dal comune con vendita ex cinema, ndr) che ci auguriamo servirà a fare chiarezza su tutta la vicenda”.