Verbano - 20 marzo 2021, 18:35

Demolito il night club Garden, simbolo della “belle époque” e del divertimento

Al posto dello storico locale notturno sorgerà un complesso residenziale

Un pezzo di storia che se ne va. E’ stato demolito nei giorni scorsi il  night club Garden, struttura abbandonata da ormai un quarto di secolo, sulle cui ceneri dovrebbe sorgere, così è stato reso noto, un moderno complesso residenziale con vista lago. Le ruspe sono entrate in azione mercoledì 3 marzo, ponendo così fine a un edificio a suo modo "storico" che era stato simbolo di una Stresa (nella foto, il lungolago) della “belle époque” che non esiste più da tempo, e non soltanto per la fine annunciata del Garden. Ora del locale restano solo le macerie e qualcuno, mentre passeggia lì nei pressi con le mani incrociate dietro la schiena, rimpiange il passato.  "Prima sembrava di stare a Gardaland, oggi la città è un mortorio". Il Garden, chiuso nel 1995, era stato uno dei tre night presenti in città, ma quello era il momento d'oro della vita notturna, quando a Stresa arrivavano uomini e donne da ogni parte della provincia e non soltanto, riempiendo anche due discoteche. Obiettivo: divertimento. Oggi la “capitale del lago”, come la chiamano gli stranieri, è un po’ più sonnacchiosa, un po’ meno frizzante, più in linea, insomma, con gli altri centri del territorio che non spiccano certo per la capacità di attrarre giovani. D'inverno, per dire, gli alberghi chiudono e i lampioni lungo le strade vengono coperti col cellophane o i sacchi grigi della spazzatura per evitare che diventino oggetto di atti vandalici. 


Ma negli anni 60/70, come testimoniano alcuni stresiani in rete su Facebook, “non si andava mai a dormire prima delle 4 del mattino”. Vedere l'alba era quasi un obbligo per il popolo della notte, impegnato nel classico tour tra ristoranti, bar e locali del posto (“Gigi bar”, “Paon dorè” e altri ancora). “Oggi invece restare a casa a guardare la televisione è una scelta saggia ed eccellente, tanto dopo cena fuori è tutto chiuso, non si sente una nota musicale. Non certo un bel biglietto da visita per una località rivierasca come la nostra che, grazie alla sua incontestabile bellezza, vive o dovrebbe vivere di turismo. Se  Tex Willer o  Davy Crockett arrivassero a Stresa dopo le dieci di sera penserebbero di essere sbarcati in una  Ghost town”. Una città fantasma la Stresa dei giorni nostri? Sempre in rete un secondo stresiano commenta così: “Un tempo si poteva ascoltare buona musica dal vivo e chiacchierare in tutte le lingue, nascevano nuovi amori e si mescolavano le genti, c’era chi ballava il liscio e i giovani che affollavano le discoteche. Anche se andavi al ristorante dopo le 22 non ti facevano uscire con la pancia vuota. La mia Stresa degli anni 60/70 era decisamente migliore di quella di oggi”. Sei sia vero o no, noi non lo sappiamo. Ciò che è certo è che tutto il Vco, come molti under 18 hanno già avuto modo di segnalare sulle pagine di  VcoNews, avrebbe bisogno di svecchiare le sue politiche.


Redazione