Attualità - 24 febbraio 2021, 18:55

Lupi nel Vco: seguire il “modello francese” oppure affidarsi a soluzioni diverse?

Si discute tra abbattimento selettivo e la convivenza. Un pastore: "Non bastano i rimborsi, per quanto siano indispensabili"

Torna d'attualità la questione della presenza del lupo nel nostro territorio, dopo che nei giorni scorsi il presidente della Provincia del Vco, Arturo Lincio, ha sollecitato gli uffici regionali competenti a redigere un protocollo d’intervento che preveda, in deroga alla salvaguardia della specie protetta, “una modulazione di interventi ben specificati”.

Seguire il modello francese che prevede piani di abbattimento selettivo, come sostengono alcuni amministratori piemontesi, oppure affidarsi a soluzioni più soft come chiedono le associazioni ambientaliste? A domandarsi quale sia la strada più giusta, dopo gli ultimi fatti di cronaca e le parole di Lincio, sono gli allevatori del Vco preoccupati per le loro attività di montagna, a forte rischio di sopravvivenza valutato che i danni subiti (oltre agli effetti della pandemia) sono davvero ingenti. "Non bastano i rimborsi, per quanto siano indispensabili". Questo il grido di dolore di un pastore che aggiunge: “La presenza di branchi di lupi che uccidono il bestiame nelle nostre valli è diventata importante al punto che è ormai inevitabile dover assumere provvedimenti in tempi rapidi. L’indecisione collettiva, d’altronde, non credo ci porti da nessuna parte. Servono soluzioni concrete al problema da parte dei politici locali. Che fare nel mentre? Io cerco di utilizzare quanto più possibile recinzioni e cani che sorveglino pecore e vitelli”.

È lecito abbattere i lupi? Sarebbe una soluzione efficace per risolvere il problema dei danni subiti dai nostri pastori? Periodicamente il tema torna all'onore delle cronache, e non soltanto nell'ambito dei confini del Verbano Cusio Ossola. In altri Paesi, nello specifico la Francia è spesso indicata come esempio da imitare, vengono da anni praticate uccisioni selettive. Un paio di anni fa, così si legge in rete, il ministero dell'Ambiente e dell'Agricoltura transalpino ha definito per la tutela degli allevatori un piano di abbattimento per 100 lupi. Un modo questo, è stato detto, per calmare un po’ il settore che sta dando battaglia e "normalizzare" la situazione.

Un amministratore del Vco si schiera senza mezze misure dalla parte della prevenzione. “Per me bisogna continuare a cercare di ridurre il più possibile il conflitto lupo-pecore. Si tratta di un impegno faticoso, certo, e che talvolta può apparire pure infruttuoso. Ma è a tutti gli effetti la strada migliore e forse l'unica possibile, comunque quella sostanzialmente dettata dal buon senso, che rimane la bussola da seguire quando la situazione, come in questo caso, si fa complicata".

La presenza dei lupi vicino alle abitazioni sta suscitando preoccupazione tra gli abitanti di alcuni paesi dell'Ossola e le sempre più frequenti predazioni stanno mettendo a rischio l'attività di diversi pastori. Urgono, questo il senso dell'appello del presidente Lincio nella sua relazione alla Regione, soluzioni per arginare il problema. “Quando la tutela della fauna diventa prioritaria fino a sovrastare la tutela dell'uomo -scrive il presidente della Provincia- si entra in una logica estremista pericolosa per i diritti costituzionali dei cittadini ed in particolare di chi vive in montagna”. Lincio sottolinea la totale mancanza di coordinamento tra ministero dell'ambiente e quello dell'interno e invoca “a livello nazionale una ben diversa sincronizzazione tra tutela e sicurezza. Ciò vale per le specie cinghiale lupo orso e quant'altro”.

Proprio questa mattina il vicepresidente della Regione Fabio Carosso ha avuto un incontro con gli assessori delle Regioni dell’arco alpino per affrontare congiuntamente il delicato tema della convivenza uomo-lupo. L'obiettivo è arrivare a stilare un documento, prendendo spunto anche dalle legislazioni vigenti in altri Paesi europei, da sottoporre al ministero dell’Ambiente.



Redazione